
Anche la donazione di organi è amore per la vita
C’è una solidarietà “a posteriori”, da decidere prima, però, che stenta a farsi largo nell’opinione pubblica, a dispetto di tante parole spese in proposito. Si tratta della disponibilità, in caso di morte improvvisa, a donare i propri organi perché altri possano usufruirne, riprendendo a vivere con minori difficoltà. Attualmente sono tantissime le persone in lista di attesa per un trapianto e solo un terzo ha salva la vita, o ne migliora la qualità ricevendo la donazione di un organo; gli altri, purtroppo, restano in lista per anni, in una condizione di attesa che spesso non trova risposta. Tutto ciò ci invita a riflettere e a impegnarci concretamente affinché quella cultura della donazione, che l’Associazione italiana donatori di organi (Aido) persegue da decenni, possa radicarsi ed attecchire con diffusa convinzione nelle coscienze e nel cuore di tutti. La qualità dei trapianti, in Italia, ha raggiunto livelli di eccellenza e le prospettive di allungamento e di miglioramento della vita, per i pazienti trapiantati, sono in costante aumento. Con l’approvazione della legge 91 del 1999, la legislazione italiana ha fatto chiarezza assoluta sul concetto di morte. Eppure, a proposito della donazione degli organi e tessuti, si continua a discutere di “coma irreversibile”e non di “morte cerebrale”; così come, a proposito della donazione di midollo osseo, su giornali e riviste si scrive ancora, molto frequentemente, di “midollo spinale”.

Il progetto – voluto dall’allora dirigente Angelo Ferdani, oggi appassionato presidente dell’Aido locale – “La donazione al servizio della comunità”, a cui aderiscono, ogni anno, classi di scuole di ogni ordine e grado, lunigianesi e della zona di costa, si muove nell’ottica di una seria campagna di informazione permanente e coordinata. L’indimenticabile Alberto Filippi, prima vice e poi presidente del Gruppo Aido Lunigiana e soprattutto nobile anima del volontariato, soleva ripetere: “è importante informare in modo scientifico e corretto le giovani generazioni onde assicurare un sostegno convinto e condiviso, anche ai genitori, al grande valore della donazione volontaria e gratuita. E, di conseguenza, alla grande causa del bene comune”. L’Aido vigila perché non venga colpito il diritto alla salute del cittadino e non siano smantellate l’efficienza e l’efficacia delle strutture sanitarie che generano e partecipano all’erogazione di prestazioni assistenziali di grande rilevanza sociale, quali quelle dei trapianti, dove la domanda di vita e di salute cresce di giorno in giorno.
Ivana Fornesi