Alla ricerca del significato del toponimo. Giuseppe Chappini propone una credibile e verificata versione: “ a ula ” (la selva) è diventata “Aùla”
La curiosità è una dote inesauribile in chi ha la passione per libri rari e documenti del passato, è il caso di Giuseppe Chiappini, bibliofilo, libraio ed editore ad Aulla. Gli è capitato in mano il volume XXX della rivista Atti della Società ligure di Storia patria, edito nell’anno 1900 a Genova dalla Tipografia Regio Istituto Sordomuti. L’interesse è caduto sui capitoli di Gaetano Poggi (Genova 1856-1919) che ricostruisce la storia dei Liguri antichi in base al dialetto, del volume ancora intonso l’attenzione è caduta su “Aula”, ha tagliato le pagine per capire l’interpretazione.
Per il Poggi (studioso e autore di un esauriente saggio su “Genova preromana, romana e medioevale”) il toponimo deriva dal vocabolo dialettale ligure “ula” che significa “selva”, corrispondente al termine greco “ule, ules” e nella più antica forma dorica “ ula, ulas” col significato di selva, bosco, foresta, macchia. Può essere utile osservare che il vocabolo greco ha la upsilon (col timbro scuro della “u”, lo stesso con cui ancora oggi pronunciamo in dialetto il nome della città).
Il Poggi, studioso che “cerca di risalire dal noto all’ignoto”, nella prefazione spiega perché, a differenza di altri, non ritenga celtica l’origine del dialetto ligure: Zenoa (poi detta Genua e Ianua) conobbe una civiltà preromana con incontri con mercanti fenici, focesi, cartaginesi, greci, pertanto “il dialetto ligure è l’antico dialetto mediterraneo di cui la lingua greca fu la più splendida estrinsecazione”. Nei dialetti liguri persiste ancora oggi, invece di “la” dell’articolo determinativo, la forma ”a”, staccata, che poi si è congiunta al sostantivo per concrezione: quindi “a ula” (la selva) è diventata Aùla e con raddoppio della consonante liquida si arriva ad “Aulla”.
Esiste ancora, a ridosso settentrionale della fortezza della Brunella, un sito “La Selva”, quello dove è stata costruita la nuova stazione ferroviaria. La foto qui allegata conferma e dà validità a questa interpretazione: è una particella di una mappa del sec. XVII in cui la città lunigianese è segnata “ Ula ”. Sul toponimo Aulla sono state avanzate altre ipotesi. Le richiama Luigi Armando Antiga in un articolo della rivista del Centro Aullese di ricerche e di studi lunigianesi “Cronaca e storia di val di Magra” del 1974. Il punto di partenza è il “Dizionario geografico, fisico, storico” di Emanuele Repetti (Firenze, 1833) che indica la prima testimonianza del toponimo Aula nell’atto con cui Adalberto di Toscana il 26 maggio 884 fonda l’abbazia di San Caprasio. Nell’Itinerario di Sigerico (990-994) “Aguilla” è una delle “submansiones” di sosta (la XXXI) dell’arcivescovo di Canterbury di ritorno da Roma.
La scrittura in altri diplomi ha le varianti in Aula, Auula, Avulla, Avula. Il Codice Pelavicino usa sempre la grafia Auula. La documentazione in volgare varia tra le forme Lagùla, l’Agùla, Laùla, l’Aùla, Lavùla. Vulla e la Vulla compaiono in un “Inventario notarile nella Lunigiana del Cinquecento” fatto stampare a cura di Giulivo Ricci nel 1973, vi sono elencati i possessi dell’abbazia di San Caprasio nel tratto del torrente Aulella detto “il fiume de Lavula”.
I significati partono dal Repetti che ritiene il toponimo da “aula” (palazzo o corte), così ritiene anche Eugenio Branchi. Senza fondamento l’ipotesi di riferimento a consoli romani perché Aulla non sorse in età romana, pure erronee altre ipotesi: quella di derivazione da Wuilla moglie di Berengario II re d’Italia ma l’abbazia e il castello c’erano già dall’884 e quella da “lacus”. Geo Pistarino sostiene l’ipotesi da agulia con aferesi della a: un oronimo, ossia nome derivato da “oros” greco che significa monte, guglia, luogo in posizione elevata, ipotesi non condivisa da Augusto Cesare Ambrosi sulla base di argomentazioni di linguistica e glottologia e perché Aulla non si può dire propriamente eretta su un sito elevato come una guglia.
L’ipotesi segnalata da Giuseppe Chiappini regge bene per validità il confronto con le altre sopra indicate.
(m.l.s.)