San Caprasio, conferenze e incontri per il bicentenario

Concluse ad Aulla le celebrazioni per i 200 anni della parrocchia

Aulla_SanCaprasioUna sorprendente affluenza di pubblico ha riempito il teatrino parrocchiale di Aulla adiacente San Caprasio, che custodisce i resti di una torre bizantina, alla prima delle conferenze culturali per le celebrazioni a ricordo dei duecento anni trascorsi dalla fondazione della Parrocchia.
La serata lunigianese dell’Istituto dei Castelli era dedicata alla vivace vita quotidiana di Aulla al tempo dei Malaspina e dei Centurione, così come è emersa dalla lettura degli Statuti curati da Paolo Lapi e nei quali l’abbazia e il santo patrono Caprasio trovano più volte citazione.
Può sorprendere sentir parlare di 200 anni di vita per una parrocchia erede di un’abbazia millenaria, ma il fatto è che solo nel 1817 il delegato del duca di Modena Francesco I può scrivere: “Finalmente sabato scorso 22 corrente, i desideri e i voti di questi abitanti sono stati esauditi essendo giunto il loro legittimo Pastore, che da diversi secoli ne erano stati privi e governati soltanto da mercenarij negli importantissimi affari della Religione.” Questo perché parroci in Aulla c’erano, ma la loro nomina competeva al marchese che, di volta in volta, governava il paese e quando il marchese Alfonso Malaspina cessò di vivere l’allora legittimo sovrano di Aulla fu il duca di Modena che rinunciò alle prerogative della nomina dei parroci passandola al vescovo.
Di queste complesse vicende storiche, che molto hanno influito anche nella storia civile di Aulla, hanno parlato in un secondo incontro Barbara Sisti per le vicende ottocentesche e Paolo Lapi per quelle secolari che hanno visto la potenza e la ricchezza degli abati, proprietari di poderi, molini, diritti del pescatico e pedaggi. Cessata la vita monastica, gli interventi degli abati laici dei marchesi Centurione di Genova rinnovarono gli arredi liturgici con stucchi e marmi barocchi e donarono le reliquie di san Severo delle quali è stato rievocato l’arrivo con una processione da Palazzo Centurione e l’illustrazione dell’atto notarile tradotto per la prima volta da parte di Paolo Lapi.
Interessanti le relazioni di don Pietro Pratolongo e don Maurizio Manganelli sugli aspetti pastorali e giuridici delle parrocchie: i relatori hanno sottolineato come la parrocchia non sia una espressione geografica, ma debba testimoniare, anche se minoranza nella società contemporanea, i valori del cristianesimo: in questo momento storico Cristo sembra chiedere proprio una testimonianza forte di amore nei confronti di tutti i fratelli. La parrocchia è chiamata ad un rinnovamento con il coinvolgimento anche dei laici: la chiesa – ha detto don Maurizio – è dialogo, non è un recinto chiuso e il vescovo può affidare la cura dei fedeli a diaconi, ma anche a gruppi di fedeli, molte innovazioni erano previste dal sinodo della nostra diocesi, ma poche sono state attuate.
Le meditazioni penitenziali di padre Cristiano hanno preceduto la processione con l’immagine dell’Addolorata. Nella serata di domenica le manifestazioni si sono concluse con un entusiasmante applauditissimo concerto della Banda del Presidio Comando Marittimo Nord della Spezia, offerto dal Comune in omaggio ai 200 anni della Parrocchia di San Caprasio.

Riconsegnato dai Carabinieri il bassorilievo rubato a maggio

35bassorilievo_rubato_AullaDomenica, 17 settembre, il vescovo Santucci ha voluto rendere omaggio all’evento parrocchiale concelebrando la santa Messa; al termine il magg. Marchi del Comando Provinciale Carabinieri e il comandante della Compagnia di Pontremoli,  ten. Quattrocchi, hanno riconsegnato il bassorilievo seicentesco rubato a maggio e brillantemente recuperato. Ai carabinieri il sindaco Valettini, il parroco e tutta l’assemblea hanno espresso il caloroso e non formale ringraziamento di una comunità che vuole testimoniare loro fiducia e gratitudine per la preziosa vicinanza ai problemi della cittadinanza.

(Riccardo Boggi)