L’argomento della povertà è strettamente legato all’insieme di politiche pubbliche dirette a migliorare le condizioni di vita dei cittadini, riunite nell’espressione inglese “welfare state”. Ed è proprio sul futuro del welfare in Italia e in Europa che si concentrano alcune grandi incognite.
Uno degli ingredienti chiave del successo dei partiti populisti sta proprio nella capacità di dar voce all’insoddisfazione di molti cittadini che non si sentono più protetti dai rischi del mercato del lavoro. Il contesto finanziario di questi ultimi anni ha di fatto spiazzato gli Stati, rendendoli incapaci di governare completamente il fenomeno, complici anche la globalizzazione e i cambiamenti intervenuti nelle tecnologie.
A questo si deve aggiungere il fatto che il prelievo fiscale, dal quale derivano in gran parte le risorse necessarie per il welfare, produce effetti rilevanti in termini economici ed occupazionali. Ma le politiche cosiddette “di inclusione” legate al welfare non possono rispondere solo a valutazioni economiche: esse devono considerare anche valori legati al rispetto della dignità umana.
Come ha ricordato Francesco a Genova, includere non significa trasformare i poveri in assistiti bensì far sì che sia consentita a ciascuno una esistenza dignitosa, anche attraverso una sana economia sociale di mercato.
Accanto alla povertà materiale c’è quella che crea dipendenza dagli altri: non essere nelle condizioni di garantire alla propria famiglia un futuro dignitoso, significa esporsi alla dipendenza – intesa come sudditanza politica, economica, sociale e culturale –, che rappresenta una delle prime cause di povertà.
Per questo il futuro del welfare si lega in modo netto al contrasto alla corruzione nelle istituzioni politiche ed economiche. Nelle economie sviluppate, proprio la qualità delle istituzioni rappresenta la principale leva dello sviluppo economico e sociale perché aiuta a spezzare le catene delle oligarchie, dalla cui esistenza deriva la spirale speculativa che distrugge ricchezza anziché crearla.
Si tratta di innescare una nuova cultura delle istituzioni imperniata sui concetti di integrità e inclusione: a questo processo sono legate le prospettive di sviluppo economico e la sostenibilità stessa del nostro sistema di protezione sociale.