
“L’Italia è un territorio piovoso: ogni anno cadono circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua, ma per le carenze delle infrastrutture ne perdiamo il 90% perché non riusciamo a trattenerla. Servono interventi strutturali. Gli agricoltori sono pronti a fare la propria parte”. A dirlo al Sir è Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, mentre almeno dieci Regioni si apprestano a chiedere lo stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole, una misura che prevede, per le aziende, la sospensione delle rate dei mutui, il blocco dei pagamenti dei contribuiti e l’accesso al Fondo per il ristoro danni.
Provvedimenti che in una situazione di emergenza diventano indispensabili, ma c’è bisogno soprattutto di interventi strutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio di una risorsa preziosa come l’acqua che, se è necessaria per l’uso domestico, diventa indispensabile per mantenere in vita il settore agricolo e produttivo. Un’operazione del genere sarebbe anche un investimento economico e, in prospettiva, consentirebbe di risparmiare: basti pensare che negli ultimi 20 anni per ogni miliardo speso in nuovi investimenti ne sono stati spesi 2,5 per riparare danni.
È il vecchio tema della prevenzione, della necessità di mettere in sicurezza il Paese rispetto al tema importante del dissesto idrogeologico che riguarda l’82% dei Comuni italiani; un’attività che favorirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro.
L’agricoltura, sottolinea Moncalvo, è sempre la prima vittima dei fenomeni meteorologici e atmosferici. Anche in questo caso la bassissima disponibilità di acqua unita al calo delle precipitazioni – nei primi quindici giorni di luglio il 70% in meno della norma – si sta trasformando in una situazione di siccità che riguarda i due terzi della superficie agricola nazionale coltivata. In forte difficoltà ci sono l’ortofrutta, il mais e la soia. A rischio anche la produzione di foraggi per l’alimentazione degli animali quest’inverno, vigneti e uliveti. A questo si aggiunge un calo della produzione di latte pari al 20% per lo stress da caldo degli animali.
Dal punto di vista climatico tutto il 2017 è stato finora un anno anomalo: poche precipitazioni in inverno, un’ondata di gelo primaverile ed ora la siccità. Una soluzione potrebbe giungere dall’affidamento della gestione dell’acqua e della manutenzione del territorio e del verde pubblico agli agricoltori: laddove questo tipo di convenzioni sono state messe in opera, si sono già registrati importanti risultati.