
Sabato 13 maggio 2017 in una sala gremita di appassionati di storia locale, Riccardo Boggi a nome dell’Associazione Amici di San Caprasio e delle associazioni promotrici ha presentato Filippo Pittiglio e la sua Opera “Il monastero delle Clarisse di Massa” frutto della ricerca condotta nella Biblioteca Niccolò V facente parte degli archivi vescovili di Sarzana.
Allievo di Enzo Freggia e operatore, ha affiancato la ricerca alla sua attività di funzionario nel settore della tutela dell’ambiente. Nell’introduzione del volume Pittiglio racconta di esser stato sostenuto da mons. Freggia e introdotto alla ricerca come premio al suo desiderio di vedere sistemate quelle carte poste nel ripiano più alto di uno scaffale divise in faldoni, ma non registrate. La minuziosa rivisitazione di tutto il carteggio porta alla luce un periodo storico tra il Concilio di Trento e la fine del Settecento con la soppressione degli ordini monastici da parte di Leopoldo di Toscana.
La ricerca si limita per ora al convento di Massa, anche se vi è una simile documentazione su quelli di Sarzana, Carrara, Fivizzano, Casola, Codiponte e Vagli, sorti nello stesso periodo. L’esigenza dei monasteri femminili nasceva per superare “il mercato politico matrimoniale”. Era più conveniente dare in “sposa a Cristo” una figlia fin dall’età di sette anni che cercare per lei un matrimonio degno del casato, il cui costo poteva essere ben quattro volte superiore. Si incontrava in questo anche il consenso delle gerarchie ecclesiastiche che vedevano introitare la dote legata all’ingresso delle nobildonne nei vari monasteri religiosi, dove venivano accolte anche donne del popolo come converse a servizio.
Pittiglio ha sottolineato che questa consuetudine, che vedeva spesso le novizie indotte ai voti senza un espresso consenso, in molte di loro sfociava in ribellione che si affiancava a comportamenti esemplari da parte di altre monache. Nel lavoro vengono elencate tutte le badesse che hanno guidato il convento di Massa e di molte di loro sono riportate lettere o documenti sulle famiglie di provenienza.
Con lavoro certosino sono stati trascritti i documenti, compreso l’elenco di tutte le monache ospiti del convento. Filippo Pittiglio ha riassunto la ricerca esposta nel volume con la riflessione: “La clausura fu certamente ed effettivamente nella società di antico regime luogo privilegiato per le ragazze e donne chiamate dalla vocazione ad esser spose di Cristo, ma fu altresì dimora coatta per molte, moltissime giovani, sia della città che del contado”.
A conclusione della presentazione la figlia Maura ha proceduto alla lettura di brani di lettere tratte dal libro a testimonianza della condizione di vita, dei sentimenti, delle vicissitudini delle monache.
Corrado Leoni