
Fino al 26 novembre a palazzo Fortuny nella mostra “Intuition”

Due statue stele sono oggi visitabili… a Venezia. Infatti fino al 26 novembre due rappresentanti del “popolo di pietra” saranno tra i protagonisti della mostra “Intuition”, la sesta esposizione co-prodotta dalla “Axel&MayVervoordt Foundation” e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia che ha trovato sede presso il palazzo Fortuny. Un’esposizione che riunisce artefatti antichi e opere del passato affiancate ad altre più moderne e contemporanee tutte legate al concetto di intuizione, di sogno, di telepatia, di fantasia paranormale, meditazione, potere creativo, fino all’ipnosi e all’ispirazione. E del resto una mostra che intende esplorare il tema dell’intuizione non può che iniziare dai primi tentativi di creare una relazione immediata tra terra e cielo come sono appunto le stele. Un fascino misterioso, quello del “popolo di pietra” che “riesce a parlarci, a comunicarci, pur restando silenziosi” come aveva evidenziato il sindaco Lucia Baracchini durante la manifestazione “Le stele degli altri”. Perché, nonostante i continui progressi nella ricerca archeologica, ancora gli studiosi stanno cercando la risposta che sveli fino in fondo la natura di quest’opera dell’uomo così suggestiva. A testimonianza della magia e del mistero che ancora avvolgono le stele.

Ma torniamo alle due prescelte che dal ristrutturato Museo delle Statue Stele del Castello del Piagnaro hanno effettuato un lungo viaggio per arrivare fino alla città della laguna. Si tratta di due stele che rappresentano una figura femminile ed una maschile, come del resto richiesto dai curatori della mostra. In particolare si tratta della stele femminile di Treschietto, una stele acefala e caratterizzata da seni ben definiti. Ha una forma molto geometrica, con un collo poderoso ornato da anelli a fasce. E quella maschile di Casola, che è una delle ultime del gruppo A che presenta un pugnale con una lama convessa e triangolare e l’impugnatura con un pomo a semidisco. Inizialmente si era pensato all’esemplare di Taponecco, una delle stele più antiche del gruppo B, ma per tutelarla, vista la sua delicatezza, si è preferito lasciarla tra le sicure mura del Castello del Piagnaro. Insomma la dimostrazione che il “popolo di pietra”, nonostante i secoli trascorsi, continua a comunicare il proprio significato ed il proprio fascino. E questo riconoscimento di livello internazionale non può che rendere soddisfatta l’amministrazione pontremolese assieme al direttore del Museo Angelo Ghiretti, che ha accolto con entusiasmo l’invito alla partecipazione delle Stele alla mostra. “è un importante valorizzazione di quella che è una delle nostre eccellenze storiche – sottolinea la delegata alla cultura Maria Elena Cresci – che permette di far conoscere Pontremoli, la Lunigiana e un po’ della sua storia anche oltre i confini del comprensorio”. (r.s.)