La Chiesa di San Carlo a Fivizzano voluta nel 1706

Venne realizzato su impulso di Carlo Vieri, Governatore generale di Lunigiana, e finanziato da Cosimo III dei Medici, Granduca di Toscana

La facciata della chiesa di San Carlo in Fivizzano
La facciata della chiesa di San Carlo in Fivizzano

“Ora conosciamo l’autore della Chiesa di San Carlo a Fivizzano”: questo annuncio risale al 30 giugno 1990 e fu dato dal prof. Eugenio Bononi durante un convegno delle piccole città storiche tenutosi nella Sala consigliare del Comune di Fivizzano. La chiesa, familiare ai Fivizzanesi per il “frequente transito in via Umberto I”, in realtà, è meglio conosciuta come Oratorio alle prigioni o alle carceri: si affaccia sulla piazzetta che fiancheggia il Palazzo comunale. Il sacrario settecentesco, “assai singolare per il suo stile, angusto ma dotato di altare con pala dipinta, colonne, tempere murali sulla volta, decorazioni a stucco , è nobilitato dalla tomba di Giovanni Fantoni, l’arcade Labindo”.
Ora è sottoposto ad un intervento di restauro e il prof. Bononi ha inteso riproporre quella notizia ai suoi concittadini, attraverso il recupero di uno scritto che elaborò insieme al prof. Mario Cagetti e che ci ha donato e consentito di utilizzare. Siamo, così, venuti a conoscere che l’edificio fu voluto nel 1706 da Carlo Vieri, Governatore generale di Lunigiana, e finanziato dalla “munificenza di Cosimo III dei Medici”, Granduca di Toscana. Si sa anche, ma si era sempre saputo, che la pala ovale dell’altare – l’Annunciata con i Santi Carlo Borromeo e Antonio da Padova- era stata dipinta da Ottavio Dandini; che gli affreschi sulle pareti – nascita di Gesù e la Vergine Maria – erano opera di Nicola Acconci, fivizzanese; che l’autore delle tempere del soffitto – Re Salomone, Davide, i profeti Isaia ed Ezechiele- era lo stesso Acconci. Non si conosceva, però, e “il silenzio durò secoli”, l’architetto costruttore, forse sconosciuto agli stessi Fivizzanesi del XVIII secolo. Furono le ricerche del prof. Eugenio, “amante della sua piccola patria, ma anche competente studioso d’arte”, a far luce sul mistero. Nel bel mezzo della relazione che tenne al convegno sul tema del rapporto fra “arte ed artigianato”, rivelò con certezza che l’autore era stato l’architetto Giovan Battista Foggini (1652- 1725).

L'interno della chiesa di San Carlo
L’interno della chiesa di San Carlo

Bononi potè arrivare a dare questa “sensazionale notizia”, che colmava una lacuna nella storia di Fivizzano, solo dopo lunghi studi nel Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi a Firenze e il confronto fra specifiche pubblicazioni. L’occasione gliela fornì la conoscenza con una studiosa fiorentina, Lucia Monaci, che nel 1975 si aggirava in Fivizzano alla ricerca dell’ospedale progettato dal Foggini, quel “Das Spital in Fivizzano citato da Klaus Lankheit nel suo trattato dell’arte barocca (Florentinische Barocpklastik)”. Vide anche la Chiesa di San Carlo, ma non avrebbe potuto attribuirla a Foggini, perché non si parla di lui , per questa opera, in nessuna enciclopedia o libro d’arte. Non vide neppure lo “spedale novo nel campo”, disegnato dal Foggini e fatto erigere nel 1725 dal governatore fiorentino Capponi, perché distrutto dal terremoto del 1920. Dopo la pubblicazione, nel 1977, di un libro della Monaci sui disegni del Foggini, ovviamente senza alcun riferimento alla Chiesa di san Carlo e all’ospedale, il prof. Bononi si pose alla ricerca per sapere di più su questo portentoso artista barocco. Fu così che ritrovò numerosi disegni di cappelle e di edifici sacri e dal loro confronto con la realtà dell’oratorio fivizzanese giunse alla conclusione che l’autore di San Carlo alle prigioni era il Foggini e che il progetto era anteriore alla data di costruzione del 1706. Il prof. Bononi, per far capire meglio la figura del Foggini, ne ricostruisce anche una essenziale biografia, servendosi di una vasta bibliografia. Ebbe come maestri il pittore Ciro Ferri, lo scultore Ettore Ferrata, collaboratore del Bernini. Nel 1687 fu nominato primo scultore di corte e nel 1694 primo architetto, al servizio dei Medici. Liberatosi dagli schemi e dagli stilemi del Cinquecento, propose un florido barocco ed è considerato uno degli iniziatori del rococò in Toscana ed in Italia.
Con la Chiesa di San Carlo, un gioiello barocco, che ora viene finalmente restaurato, su Fivizzano fiorentina si riflette la gloria di Firenze. Bononi auspica anche che il campaniletto lesionato dal terremoto e, poi, abbattuto ( le campane disturbavano la quiete di qualcuno?), venga ricostruito.

Andreino Fabiani

Giovanni Battista Foggini

Giovanni Battista Foggini (Firenze, 25 aprile 1652 – Firenze, 12 aprile 1725) operò sia come scultore che come architetto, guidato agli inizi della sua formazione dallo zio Jacopo Maria, che ne assecondò le evidenti doti artistiche. Dopo alcuni anni di studio e di perfezionamento a Roma come allievo dell’Accademia Fiorentina, rientrò a Firenze portando con sé le novità artistiche romane. Dapprima assistente del Baldi, che lo introdusse nella cerchia degli artisti di casa Medici, al ritiro di quest’ultimo si affermò con sempre maggiore evidenza ottenendo cariche ufficiali sia come scultore che come architetto. Ricevette anche, da parte di altre importanti famiglie toscane, numerose commissioni che lo condussero in svariate località del Granducato; ciò non gli impedì di continuare a tenersi aggiornato su quanto accadeva a Roma dal punto di vista artistico. Godendo della fiducia di Cosimo III e di suo figlio Ferdinando, fu tra gli artisti che fece di Firenze un grande centro culturale dell’epoca. Di particolare rilievo nella sua attività di scultore le opere realizzate nella Cappella Corsini della chiesa del Carmine a Firenze; tra i suoi interventi come architetto – come tale operò in molti palazzi fiorentini – spicca la realizzazione dello scalone di Palazzo Medici-Riccardi. A Fivizzano progettò l’”ospedale nuovo” costruito in piazza del Campo, con un doppio colonnato per un totale di quattordici archi a somiglianza dello Spedale degli Innocenti di Firenze; di quest’opera rimane solo la foto perché fu gravemente danneggiata dal violento terremoto del 1920. Nella ricostruzione post terremoto, la struttura fu trasformata in edificio per le scuole elementari e fu intitolata con deliberazione di Consiglio Comunale del 29 luglio 1933 ad Adolfo Bartoli, storico della letteratura (Fivizzano 1833 – Genova 1894), che è stato uno dei maggiori storici della letteratura dell’Ottocento, docente per un ventennio all’Istituto di Studi Superiori in Firenze, ed autore di una reputata storia della letteratura italiana.