Ponte, rotonda e la nuova statale: prende forma la viabilità alla Bettola

Entrati nel vivo i lavori per la variante alla Statale 62 a Bettola di Caprigliola. Ritardi nella realizzazione delle opere e qualche disagio viabilistico per un’opera che cambierà il volto di quell’area di cerniera tra i territori della Lunigiana storica.

Sprint finale (con ritardo) per la variante della statale della Cisa a Bettola di Caprigliola. A due anni esatti dall’inaugurazione del nuovo ponte che congiunge Albiano alla sponda sinistra del Magra, è cominciata a fine aprile la fase di cantiere che dovrebbe portare a fine giugno al nuovo assetto viabilistico dell’area, con la statale che passerà dietro il fabbricato della vecchia stazione ferroviaria, dismettendo il tortuoso sottopasso a esse che caratterizzava questo settore di strada. In linea teorica non ci dovrebbero essere ostacoli al rispetto dei tempi, ma le tabelle di marcia del cantiere, dopo l’apertura del nuovo ponte, più volte non sono state rispettate.

Era fissata per il giugno 2023 l’apertura della rotonda all’intersezione tra ponte e Cisa, effettivamente allestita solo il primo febbraio scorso. Ed era programmata per la fine di aprile l’entrata in esercizio della variante. In quest’ultimo caso a pesare sui ritardi sono state le copiose precipitazioni primaverili e lo smottamento che, duecento metri a sud del cantiere, ha obbligato per diverse settimane ad un senso unico alternato che ha provocato disagi viabilistici a cui era evidente che non si potevano sommare quelli legati alla viabilità provvisoria impiegata in queste settimane di lavori. Per permettere la demolizione delle testate del piccolo ponte ferroviario che sovrasta la strada e raccordare la nuova viabilità alla vecchia, infatti, è stato necessario deviare il traffico su un nuovo percorso che corre lungo il fiume e che a lavori finiti fungerà da viabilità interna all’abitato di Bettola. Con un problema di non poco conto: il by-pass provvisorio – per la cui realizzazione è stata “bucata” una porzione della scarpata della vecchia ferrovia – è stretto e, come documentano le foto da noi scattate la settimana scorsa, genera non pochi rischi (e rallentamenti) quando transitano i mezzi pesanti.

Gli occhi di chi percorre la strada sono subito caduti sulla ciclabile che corre a fianco del by-pass: sarebbe bastato costruire il cordolo che la separa dalla sede stradale una volta inaugurata la variante definitiva, per rendere più fluida e sicura la viabilità provvisoria. È del tutto evidente che i tempi ristretti per chiudere il cantiere non produrranno cambiamenti. Nel frattempo le maestranze della ditta Salis, incaricata dalla struttura commissariale di Anas della ricostruzione del ponte e del riassetto viabilistico dell’intera area, stanno completando gli arredi della rotonda e procedendo a liberare ad adeguare gli ultimi spazi ferroviari ancora visibili per dare compimento ad un progetto viabilistico di cui si è parlato a più riprese dal 2005, anno di spostamento dei treni nella nuova galleria Serena, ma che solo con il crollo del vecchio ponte di Albiano, l’8 aprile 2020, ha avuto una definitiva progettazione e realizzazione.

Quando la nuova viabilità sarà inaugurata rimarrà ancora da ultimare la sistemazione della testata del vecchio ponte crollato, delimitata in modo provvisorio da reti e newjersey, e da restaurare la palazzina della vecchia stazione, attualmente in condizione di evidente degrado, che nelle intenzioni del Comune di Aulla, dovrebbe essere destinata a sede delle attività delle associazioni albianesi e caprigliolesi disponibili ad occupare quegli spazi, replicando il modello già sperimentato nella vecchia stazione di Aulla capoluogo. A testimonianza dell’importanza di quell’area nella moderna viabilità e dei radicali cambiamenti intervenuti negli ultimi anni, rimarrà solo la lapide di inaugurazione del ponte ricostruito nel 1948 e di intitolazione dello stesso all’eroe risorgimentale liccianese Anacarsi Nardi. Seminascosta sotto un tiglio e in condizione di degrado, l’auspicio è che la lapide non rimanga ancora a lungo in quello stato di indifferenza generale ma possa trovare adeguato restauro e una degna ricollocazione in quell’area di cerniera tra i territori separati della Lunigiana storica.

(d.t.)