Alla Rosa protagonisti i ragazzi di oggi e i colleghi che li hanno preceduti
A far festa al Premio Bancarellino per il compimento dei 60 anni sono stati soprattutto i ragazzi delle scuole, i veri destinatari e allo stesso tempo protagonisti di questo premio nato dalle costole del Bancarella “maggiore” nell’agosto del 1957. Perché, come ha spiegato Giuditta Bertoli, la consigliera della fondazione “Città del Libro” e presidente del Bancarellino che ha condotto il convegno di venerdì scorso al Teatro della Rosa, il Bancarellino è l’unico premio letterario che vede gli studenti come primi attori. Sono loro, infatti, attraverso il “progetto lettura” che coinvolge decine di scolaresche di tutta Italia, a scegliere i cinque libri finalisti vincitori del “Premio selezione” e poi sono sempre loro che, il giorno del Bancarellino, tramite il voto aperto a tutti i ragazzi presenti in piazza della Repubblica, decidono il vincitore assoluto che si aggiudica quindi la statuetta del San Giovanni di Dio, patrono dei librai.
La partecipazione numerosa ed entusiastica dei tanti ragazzi presenti è stato il simbolo del legame tra il Bancerellino e il mondo della scuola e soprattutto con gli studenti. Un concetto che ha trovato forma nelle parole della sindaca Lucia Baracchini: “Il libro è il cibo della mente, nutrimento essenziale per la crescita e per comprendere meglio se stessi e la realtà che ci circonda”. “Il Bancarellino è nato e cresciuto per voi – ha evidenziato il vicepresidente della fondazione “Città del Libro”, Gianni Tarantola -; in Italia si legge troppo poco e il Bancarellino è una sorta di seme che gettiamo per abituare i giovani alla lettura. Un seme che speriamo cresca e ci faccia raccogliere una nuova generazione di lettori attenti e preparati”. La storia e l’evoluzione del Premio Bancarellino è stata raccontata con la consueta dovizia di anedotti e particolari da Giuseppe Benelli (sul canale you tube del Corriere Apuano il video integrale dell’intervento del professore). Un premio che nel corso degli anni ha cambiato tanti aspetti, ma che ha sempre mantenuto il suo spirito di invitare alla lettura i più giovani. “I primi anni sono stati i più difficili – ha ricordato Benelli – perchè non esisteva una vera e propria editoria per ragazzi.
Nel corso degli anni, non solo grazie al Bancarellino ma indubbiamente con il suo contributo fondamentale, si è creato e si è sedimentato nel Paese un settore editoriale dedicato ai più giovani”. C’è stato poi il saluto della giovane scrittrice e editor, Giulia Besa, che ha riconosciuto che “il Bancarellino è unico perchè è un premio in cui non si viene giudicati ma premiati; è uno dei pochi casi in cui davvero l’unica cosa importante è il libro e non l’autore o la casa editrice”. Sono poi intervenuti tre ex giurati del Bancarellino il primo, Giovanni Magnavacca: pontremolese e libraio, quindi doppiamente chiamato in causa, era stato giurato dell’edizione 1971: “Ricordo di aver letto in pochi mesi tutti i libri finalisti. E che alla rassegna finale difesi con ardore il libro che mi aveva maggiormente conquistato. Ma evidentemente non convinsi gli altri giurati visto che persi 6 a 1” ha ricordato con un sorriso. Ancora più coinvolgente la storia di Elisabetta Sordi (attuale consigliera comunale di Pontremoli) e Anna Ilaria Divina di Pergine Valsugana (TN). Le due ragazze sono state giurate dell’edizione 1993 e, dopo tanti anni, sono ancora amiche, profondamente legate dal ricordo di quei giorni passati insieme all’ombra del Campanone con il collante del Bancarellino. “Eravamo sette giovani provenienti da tante parte diversi d’Italia con poche cose in comune – ricorda Elisabetta – ma eravamo legati dai libri del Bancarellino che avevamo letto. È stata un’esperienza importante, un’esperienza scolastica ma soprattutto di vita”. “Arrivai a Pontremoli con mia madre dopo un viaggio interminabile in treno – racconta Anna Ilaria – Eppure quei giorni ormai lontani sono per me indimenticabili, al punto che considero Pontremoli la mia seconda casa”. (Riccardo Sordi)