
Pontremoli: l’insegnamento di S. Geminiano nell’omelia di mons. Migliavacca al pontificale del 31 gennaio

La celebrazione della festa di S. Geminiano, patrono di Pontremoli, ha rappresentato anche quest’anno l’occasione per rinnovare il legame stabilito da ormai diversi anni con la vicina Modena, città di origine del santo vescovo, e con la cittadina toscana di S. Gimignano.
Questo è stato il significato della presenza delle autorità civili dei due comuni e dei rappresentanti della confraternita di S. Geminiano di Modena al pontificale delle 18. L’offerta dei ceri e dell’olio ha confermato tutto ciò. Erano presenti in duomo anche il sindaco di Pontremoli e i rappresentanti di alcuni comuni lunigianesi e di istituzioni religiose, civili e militari.
All’inizio della celebrazione, animata dai canti eseguiti dalla Corale “S. Cecilia”, il vescovo diocesano, mons. Giovanni Santucci, ha rivolto parole di augurio e di ringraziamento al confratello mons. Andrea Migliavacca, vescovo di S. Miniato, che ha accolto l’invito a presiedere il momento liturgico più solenne della giornata. Nell’omelia, mons. Migliavacca ha definito la festa del patrono “occasione per riconoscere il dono della comunità” perché in essa “si celebrano legami di fraternità e di fiducia in Dio… si riconoscono i volti: ci sono i familiari, gli amici, i vicini di casa, chi torna proprio per la festa”. Tra questi volti “questa sera onoriamo quello di San Geminiano”.
Il presule ha quindi ricordato “l’esemplarità della figura di San Geminiano”, citando i momenti salienti della vita di un vescovo caro ai fedeli “per la testimonianza della sua fede e per il potere sul male, in particolare anche sui demoni”, un potere che fece estendere la sua fama fino a Costantinopoli, “dove si recò per guarire la figlia dell’imperatore Gioviano”. Tutto questo “ci parla della gioia che solo dal Vangelo può scaturire. È la Parola del Vangelo che è capace di spiegare la vita carica di bene, capace di testimonianza di San Geminiano”. Passando al commento delle letture proclamate, il vescovo di S. Miniato si è soffermato sulla figura della sentinella così come è presentata dal profeta Ezechiele: “posta nel campo per udire anzitutto, saper riconoscere i segni e per poter avvertire tutti del pericolo imminente”. Il suo è un ruolo “decisivo per la vittoria e per poter vivere”. Per questo il profeta “esorta il credente, ogni credente ad essere buona sentinella. Si tratta di avvertire gli altri del pericolo del male, avvertire che il peccato conduce alla morte”; insieme a questo, compito della sentinella è anche di indicare la strada buona, la via della pace.
Ne deriva una prima immagine dell’annuncio del vangelo: “ci viene chiesto di essere cercatori di bene. Si tratta di saper udire, ascoltare anzitutto da Dio, dalla sua Parola cosa sia il bene, la vita”. “Quando sentirai dalla mia bocca una parola…”. Così il credente diventa portatore di bene: scoprendo e raccontando il bene che c’è”. “Così è stato San Geminiano… Egli non ha smesso di vedere il bene e di indicarlo sulla sua strada e sul cammino dei fratelli”. Nella seconda lettura S. Paolo “ricorda che l’annuncio del vangelo cambia la propria vita”. “È la vita di San Geminiano: una vita cambiata, illuminata dal vangelo… dedicata alla Chiesa, perché abitata dalla parola del vangelo”. Questo cambia la tua vita “e il cambiamento è quello di chi diventa servo, debole, tutto dedicato a tutti, come Paolo”. Infine, il brano del vangelo “ci ricorda l’avvio della missione e dell’annuncio di Gesù stesso: la sua parola, i suoi gesti di bene e di guarigione, iI suo chiamare amici a seguirlo e a vivere l’avventura dell’annuncio con lui”.
Un annuncio che “è accompagnato dalla preghiera, “il segreto e la sorgente dell’essere noi ‘mandati’, annunciatori, portatori di vita”. È proprio la preghiera che ci ricorda che “l’annuncio, la missione, il dono sono sempre anzitutto opera del Padre”. “Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe”. “L’annuncio dunque è racconto di un’opera di Dio, di un Dio all’opera, il Dio vivente e della vita. Sono così i santi, e anche San Geminiano, riflessi del volto di Dio, un volto di misericordia, volto di pace e di incontro, di abbraccio”.
In chiusura, mons. Migliavacca ha ricordato che “a questa avventura dell’annuncio… indirizza la Chiesa intera il papa, in particolare con l’esortazione apostolica Evangelii gaudium”. Proprio all’inizio del documento Francesco afferma che “la gioia del vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore e dall’ isolamento” (n. 1) e prosegue dicendo il senso dell’annuncio: “Comunicandolo, il bene attecchisce e si sviluppa. Per questo, chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l’altro e cercare il suo bene” (n. 9).
(a.r.)