Zeri, quelle medaglie mai assegnate

Nel 1945 Re Giorgio VI istituì una decorazione per quanti avevano aiutato i soldati inglesi. In Italia furono appena 160, due di queste a Rossano. L’iniziativa di Brian Lett per ricordarli

Zeri, Rossano: Brian Lett con Antonio Delucchi e Giovanni Tognarelli
Zeri, Chiesa di Rossano, giugno 2015: Brian Lett tra Antonio Delucchi (a sinistra, figlio di Tarquinio) e Giovanni Tognarelli (figlio di Luigi) ai quali ha appena consegnato la Medaglia di Re Giorgio VI assegnata ai loro padri

Nell’estate 1943, con lo sbarco in Sicilia, gli Alleati mettevano per la prima volta piede sul territorio europeo occupato dalle truppe dell’Asse. Facevano parte di quel contingente la 7.ma armata USA e l’8.va armata del Regno Unito: da quel momento la presenza dei militari britannici in territorio italiano sarebbe stata una costante fino al termine della guerra. Una presenza su entrambi i lati del fronte che nel tempo si sarebbe spostato via via sempre più a nord. Infatti ai soldati dell’armata britannica che risalivano la Penisola, soprattutto lungo il versante adriatico, si aggiungevano i tanti prigionieri di guerra fuggiti dai campi del nord Italia dopo l’8 settembre e i componenti dei “commandos” che a partire dal 1944 vennero paracadutati oltre le linee. A guerra finita, nella consapevolezza che senza l’aiuto dei civili locali quanti avevano combattuto in territorio occupato non sarebbero riusciti né a svolgere il compito loro assegnato né, probabilmente, a salvare la propria vita, il comando alleato istituì una commissione di selezione per accertare i meriti di quegli abitanti che avevano prestato una collaborazione determinante. Un lavoro che nel novembre 1947 portò alla identificazione di quegli italiani che avevano aiutato la causa alleata e che, a rischio della vita, avevano protetto prigionieri e fuggitivi. Furono così consegnati migliaia di attestati, i ben noti “certificati Alexander” perché portavano anche la firma dell’alto ufficiale americano comandante supremo delle forze alleate nel Mediterraneo. Quello che è quasi sconosciuto è che la commissione aveva anche assegnato decorazioni per il valore dimostrato; tra queste anche la Medaglia di Re Giorgio VI (sul trono del Regno Unito dal 1936 al 1952): un alto riconoscimento per il coraggio e conferito in un numero limitato di casi se rapportato all’intero territorio italiano e ai venti mesi di durata della presenza inglese. Si tratta in tutto di 160 onorificenze che, tuttavia, nella quasi totalità non vennero mai consegnate! Il motivo? Prova a spiegarcelo Brian Lett, avvocato londinese con casa a Rossano di Zeri, proprio là dove il padre – il maggiore Gordon – si era rifugiato dopo la fuga dal campo di prigionia e dove con altri ex prigionieri di diverse nazioni aveva organizzato il “Battaglione Internazionale” che combattè fino alla Liberazione al fianco dei partigiani e contro i nazifascisti. “Il registro delle medaglie scomparve tra milioni di pagine negli archivi di guerra – ci dice – inoltre la politica internazionale era diventata molto difficile dopo la fine del conflitto. Il governo britannico era cambiato e Churchill, che aveva portato la Gran Bretagna alla vittoria, non era più alla guida del Paese. E anche in Italia la politica era confusa. Così, nonostante le proteste dei generali inglesi, venne deciso di non procedere all’assegnazione delle medaglie. Tuttavia quelle onorificenze erano state approvate e le registrazioni che riportano quegli atti di eroismo dei civili sono rimaste”. In Lunigiana la prima traccia della Medaglia di Re Giorgio VI si ebbe nel 2001, quando venne appuntata sul petto di Daniele Bucchioni, il Comandante “Dany” della brigata partigiana “Val di Vara” della divisione “Giustizia e Libertà”, noto anche per aver liberato Aulla il 24 aprile 1945. Negli anni della Resistenza, Bucchioni aveva collaborato gomito a gomito con Gordon Lett e dopo la guerra, nei ripetuti incontri tra i due, era diventato buon amico del figlio Brian. Fu proprio lui a fare in modo che l’anziano comandante partigiano ricevesse, a 84 anni, la medaglia che gli era stata assegnata ma mai consegnata. Il figlio di Gordon Lett si mise alla ricerca del registro che sembrava scomparso nel nulla. Dopo anni di ricerche seguendo diverse piste, pochi mesi fa è finalmente arrivata la scoperta: assieme ad altre migliaia di documenti, Brian ha trovato il prezioso registro riuscendo così a leggere quel breve elenco di nomi. Sono circa 360 fascicoli che contengono le proposte di decorazione: 200 respinte, 160 approvate. Dai racconti del padre sapeva che anche a Rossano di Zeri c’erano state persone senza l’aiuto delle quali la sorte dei militari inglesi sarebbe stata segnata. E l’elenco lo ha confermato: i nomi di Tarquinio Delucchi e Luigi Tognarelli sono scritti tra quelli meritevoli dell’alto riconoscimento. Solo due, a testimonianza di quanto sia stato scrupoloso il lavoro della Commissione alleata così da trasformare quella medaglia in un privilegio: si calcola che in tutta Italia furono circa 70.000 le segnalazioni ma solo poco più di 2 su mille quelle approvate! “È stata una grande gioia per me scoprire nel registro i loro nomi – continua Brian Lett – anche se, purtroppo, non sono più tra noi. Abbiamo però potuto consegnare le medaglie alle loro famiglie che hanno visto riconosciuto dai più alti gradi militari alleati il contributo eccezionale dato da Tarquinio e Luigi e dai loro nuclei familiari. Queste onorificenze, infatti, rappresentano il coraggio di più di una persona visto che molto spesso tutta la famiglia aiutava nel mettere al sicuro i fuggitivi”. Nella cerimonia organizzata dallo stesso Brian Lett a Rossano, nel giugno scorso, in tanti si sono stretti attorno ai familiari di Luigi Tognarelli e Tarquinio Deluchi, i due “paesani” che nei venti duri mesi dell’occupazione nazifascista dimostrarono un non comune “coraggio alla causa della libertà” da meritare la medaglia di re Giorgio VI. Mesi caratterizzati da sanguinosi rastrellamenti, soprattutto quelli dell’estate1944 e del gennaio 1945, con i paesi della vallata dati alle fiamme, la popolazione spogliata di ogni avere, gli uomini catturati, tanti civili uccisi.

Paolo Bissoli