
Il ritorno di Mister Ruvo per ora non ha sortito affatto gli effetti attesi, anzi non si è visto proprio niente di nuovo; da cui la nuova sconfitta interna. Il Serricciolo si accontenta del pari a Montignoso e le altre guadagnano terreno. Seconda al solito piena di sorprese con il Monzone che fa suo il derby con la Fivizzanese, il Monti che si esalta, il FilVilla che sbanca Montignoso e la Filattierese che sembra avere smarrito la strada dell’avvio. In Terza l’OM Pontremoli ferma il Pietrasanta, ma le nostre non ne approfittano, anzi perdono colpi e così nulla cambia.

Sinceramente ci saremmo aspettati di meglio, forse di molto meglio, soprattutto nella convinzione che il ritorno all’antico recente potesse stimolare quelle voglie che in qualche modo sembravano sopite per motivi sin troppo noti. Invece, la Pontremolese vista con il Quarrata, a parte qualche minimo sprazzo di luce qua e là, ma senza la minima continuità, ci ha fatto tornare indietro nel tempo, purtroppo a stagioni ben più proficue quando una sconfitta interna non odorava di cera stantia, ma sapeva di un cedimento momentaneo da riscattare al più presto, anche senza avere grandi obiettivi. Lo spettacolo è stato meno propositivo del solito perché null’altro s’è visto se non la solita mollezza, la solita mancanza di idee, il solito vuoto in quel centrocampo che nessuno intende voler fornire di una fonte di gioco adeguata e che continua ad essere la voragine di un futuro senza prospettive. In più, anche davanti manca quella irruenza incosciente che ha fatto il bello ed il brutto tempo in stagioni recenti, ma che, ogni tanto, aveva il merito di esaltare anche la tifoseria più tiepida, al punto da distoglierla dai sonni postprandiali consueti. In concreto gli azzurri sono ancora lì, ad aspettare una rinascita che fatica a ripartire per non immiserire l’obiettivo altisonante del centenario, mentre sembra stiano mettendo tutte le premesse per una stagione umiliante come non se ne vivevano da troppi anni. Dite quello che volete, ma noi restiamo convinti che se anche non sarà un vero e proprio rinascimento, potremo assistere almeno a quello strano fenomeno imitativo che si è fatto presupposto per l’avventura barocca, quando proprio l’imprevedibile fece in modo che il mondo potesse cambiare nel profondo fino a costruire quel tanto di nuovo che portò alla rivoluzione sociale. Fanfeluche? Non ne siamo convinti, perché l’avventura che stiamo vivendo non può finire così e le diciannove giornate che ancora avanzano, se qualcuno ha al posto giusto gli attributi per voltare pagina, saranno sufficienti per svoltare senza nulla pretendere ovviamente, ma guadagnare una salvezza che ritempri lo spirito e permetta di guardare avanti senza arrossire. Qualcuno suggeriva che dopo Ruvo sarebbe bene ritrovare il senso pratico di Rizzi. Se è necessario facciamolo, senza scordare però che senza mettere mano al portafogli i miracoli non si fanno. Che il momento non sia dei migliori lo si avverte anche dagli eventi di Prima dove il Serricciolo butta a mare l’occasione per allungare il passo e aprire un varco con le inseguitrici. Invece, il pari imposto da un Romagnano meno incerto che nelle recenti esibizioni mette in luce le insicurezze della formazione di Andreazzoli che non trova, almeno in trasferta, la verve per chiudere il conto alla sua maniera e si siede per conquistare un punto che sa di acquiescenza piuttosto che di velleità concrete.
Il tutto con un Tirrenia che non riesce a decollare neppure con una delle ultime della classe e fa strada alla Pontigiana che diventa così il nuovo interlocutore degli aullesi per la gestione della vetta. Il futuro, quindi, si fa sempre più incerto, legato com’è alle sorti degli scontri diretti che dovranno dire quale delle pretendenti sia in grado di assumere davvero la leadership del torneo non appena si saranno consumati gli ozi natalizi. Pensare che il Serricciolo non ci voglia credere, magari solo per motivi economici, è troppo lontano dalla nostra concezione e ci porta a giustificare la scelta del Podenzana di tornare in Terza piuttosto che coartare prospettive fin troppo evidenti. Ma sono discorsi difficili e prematuri con i quali probabilmente dovremo fare i conti, speranzosi però di essere nel torto, perché un’eventuale ragione sarebbe mortificante. In Seconda, al momento, non vale la pena neppure di mettersi a pensare perché si rischia di andare subito in confusione e non capire, anche di fronte all’ineluttabile, cosa effettivamente stia succedendo. Il botto più sonoro viene da Monzone dove i padroni di casa, riescono a versare tutto il sangue necessario per fare proprio il derby comunale e rimettere al passo i padroni del vapore, illusi forse che il loro momento potesse continuare al di là dell’orgoglio. Così, la corsa degli uomini di Grandetti torna ad infrangersi in un nuovo muro fatto solo di voglia di esserci, per reimmergersi nell’anonimato del centro classifica dal quale si erano appena appena risollevati. Vicende di ordinaria amministrazione, alle quali sfugge al momento un buon FilVilla che fa suo il confronto con l’Unione Montignoso e resta in corsa in buona compagnia alle spalle di una ritrovata Torrelaghese che per risorgere non ha fatto altro che godere delle disgrazie altrui, oltre a fare il suo dovere. Torna della partita anche il Monti che va ad infilarsi nel pattuglione delle inseguitrici dopo aver superato un ambizioso Atl. Carrara che sperava ben altro dalla trasferta in terra liccianese. Ora, la squadra di Bambini sembra potere avere tutti i numeri per dire la sua in questo torneo, soprattutto per il fatto che, come già detto ampiamente, fatica a decollare e non trova il modo per consacrare una protagonista d’effetto. Certo, si diceva, Natale è ancora lontano e il bello viene dopo la pausa, quando si prova a tirare fuori le unghie. Proprio quelle che sono venute meno alla Filattierese che, dopo una partenza che aveva fatto sognare trascorsi da chimere, sembra ripiombata nel caos degli anni appena passati. Si dirà che l’avversario non era dei più semplici, ma soccombere a quel modo sta diventando un’abitudine da cancellare alla svelta prima che tutto torni a crollare senza possibilità di rimedio. Il quadro direbbe che le cose dovrebbero andare diversamente, ma questo potrà succedere solo cambiando passo e ritrovando quell’orgoglio che ha fatto la storia di un passato fin troppo pieno di gloria. Quanto alla Terza, quello che avevamo auspicato si è realizzato puntualmente quasi in maniera onirica. Che, infatti, l‘OM Pontremoli potesse davvero stoppare la capolista era un’idea che non aveva sulla carta nessun fondamento reale, invece, a dimostrazione che nel calcio tutto è possibile, l’evento si è realizzato nel modo più assurdo, ovvero con una squadra senza portiere di ruolo e senza l’uomo faro. Come dire una banda senza testa che tiene testa a chi dalla testa avrebbe dovuto fare tutto di testa sua. Non male come gioco di parole. Davvero! Anche se è vietato sorridere, perché le nostre, forse incredule dell’evento, si sono guardate bene dal superarsi ed hanno segnato il passo, mantenendo intatte le distanze con la vetta o, nel caso del Barbarasco, tracollando miseramente, quando era il caso di dare il colpo di coda per tornare in corsa. Ci consoliamo con il Fosdinovo che ha avuto il buon senso di fare suo il confronto con il fanalino Marina di Massa e la Palleronese che ha messo un altro punto nel carniere.
Luciano Bertocchi