Ottanta anni fa l’assassinio di Carlo e Nello Rosselli

nello_carlo_rosselliTra le tante vittime della violenza fascista (Matteotti, Gobetti, Amendola, Gramsci più noti di altri) si aggiungono nel 1937 i fratelli Carlo e Nello Rosselli, uccisi a Boulogne de l’Orne in Normandia. Gli esecutori materiali furono sette appartenenti alla destra eversiva francese della “Cagoule” così denominati dal cappuccio con cui si coprivano il volto nelle azioni criminali.
La mano era francese ma l’ordine di morte era italiano, probabilmente emesso da Galeazzo Ciano ministro degli Esteri e genero di Mussolini. Alle 19,30 del 9 giugno 1937 la scassata Ford di Carlo è bloccata da due auto da cui scendono i terroristi “cagoulards” e in pochi secondi colpiscono a morte con rivoltella e pugnale i fratelli, sottraggono documenti a Carlo e nascondono i corpi nel bosco, ritrovati su segnalazione di una ragazza che era passata in bicicletta. La famiglia si mise in salvo in America.
A Parigi fu celebrato il loro funerale a cura delle associazioni che aiutavano gli antifascisti esuli in Francia, tra queste c’era la Lega Italiana dei Diritti dell’uomo di cui fu segretario Luigi Campolonghi con Alceste De Ambris, lunigianesi, riconosciuta la più importante dallo storico Giovanni Spadolini. Sepolti al cimitero monumentale “Père Lachaise”, nel 1951 furono tumulati a Trespiano presso Firenze vicino al loro maestro lo storico Gaetano Salvemini che, privato della cattedra, si era rifugiato in America, e a Piero Calamandrei che dettò la semplice epigrafe “Giustizia e Libertà. Per questo morirono. Per questo vivono”.
Carlo e Nello Rosselli erano intellettuali brillanti, ebrei di famiglia fiorentina di tradizioni risorgimentali, a Pisa in una loro casa era stato ospitato e morì nel 1872 Giuseppe Mazzini sotto falso nome perché ricercato da tutte le polizie. Nello era un economista stimato da Luigi Einaudi, Carlo storico e politico, insegnò alla Bocconi di Milano e all’Università di Genova, tra i fondatori della rivista clandestina “Non mollare” e di “Giustizia e Libertà”, movimento nato a Parigi nel 1929 che mirava a una sintesi tra liberali e socialisti, una terza via contro fascismo e comunismo entrambi totalitari.
Per le sue idee e per aver organizzato con Pertini e Parri l’espatrio del leader socialista Filippo Turati Carlo fu in carcere a Lipari, riuscì a fuggire, di nuovo arrestato col fratello, fu a Barcellona a sostenere i repubblicani nella guerra civile, ferito riparò in Francia e qui incontrò la morte. Già il fratello Aldo era morto nella prima guerra Mondiale.
Sui Rosselli c’è una vasta bibliografia, la Rai fece un accurato sceneggiato nel 1974. Da poco sono usciti due libri importanti: di Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Rosselli “Carlo e Nello Rosselli testimoni di Giustizia e Libertà” e di Paolo Bagnoli “Carlo Rosselli. Socialismo, giustizia e libertà”, in cui lo storico analizza il contributo dato dai Rosselli al recupero di spazi di libertà e democrazia per chi si trova “relegato in funzioni subalterne e a merce da sfruttare”.

m.l.s.