Estate 2017: turismo in Lunigiana tra successi e lacune

Notizie positive si alternano a storiche carenze ricettive

trekking-via-francigena-in-lunigianaL’esplosione dell’estate ha dato il via alle vacanze e alla tintarella “bollente”, non solo per le elevate temperature, ma per i prezzi in continuo aumento per quanto concerne vitto, alloggio, ombrelloni, sdraio e cabine. I sondaggi parlano di circa trenta milioni di Italiani in movimento, l’8% in più rispetto allo scorso anno, che in gran parte, però, attuano la scelta del “mordi e fuggi”, se è vero che i soggiorni brevi sembrano i più gettonati. Si parte da un minimo di 72 ore per un italiano su dieci, ad una parentesi compresa fra i quattro e i sette giorni per il 17% degli interpellati. Oltre alle statistiche nazionali abbiamo “tastato il polso” relativo al turismo a casa nostra, per renderci conto se la Lunigiana, con la sua millenaria storia, le bellezze paesaggistiche, la semplice ma prelibata cucina è al passo coi tempi per quanto concerne il turismo nelle sue varie sfaccettature. Se partiamo dalla ricettività di comitive, ossia la capacità di accogliere almeno le cinquanta persone di una gita in pullman, non navighiamo in buone acque. Salvo alcune sporadiche eccezioni, per trovare hotel dotati di un numero di stanze sufficienti e dei comfort, oggi irrinunciabili, occorre guardare alla zona di costa. Diverso il discorso per bar e ristoranti, il cui giro di clienti è in aumento grazie ai vacanzieri italiani e stranieri. Per quanto riguarda gli agriturismi, a detta dei gestori, la stagione è buona. Si registra in prevalenza la presenza di stranieri provenienti dal nord dell’Europa – Danimarca, Belgio, Olanda… – amanti della natura, delle escursioni, dei tuffi in piscina, che non deve assolutamente mancare, e dei tour nelle città d’arte. I soggiorni variano, ma non siamo al di sotto della settimana; i nostri connazionali puntano ai weekend e sui pranzi, almeno domenicali, nei locali più gettonati. Un discorso a parte lo merita l’Ostello “La stele” di Treschietto. Gli attuali gestori dell’Associazione “Sigeric” asseriscono che l’attività, ripartita a maggio dopo alterne vicissitudini e quindi in ritardo per questa stagione turistica, ha bisogno di rodaggio. “Puntiamo, in primis, sul turismo giovanile – ci dicono – e abbiamo gruppi di ragazzi che giocano in squadre sportive. Per il mese di agosto non si fatica ad avere prenotazioni, soprattutto nelle settimane che vanno dal 29 luglio al 26 agosto, periodo da “bollino rosso” in generale. Il triste fenomeno del terrorismo spinge molte persone a scegliere mete più tranquille e sicure, rispetto alle capitali europee”. Ci sono poi alcuni giovani provenienti dal Nord Italia che hanno scelto torrenti, cascate e laghetti disseminati nella nostra vallata. “Meno chiasso, meno traffico – ci hanno detto – maggior possibilità di ‘ricaricare le pile’, ritrovando il gusto delle lunghe, rilassanti chiacchierate con gli amici e le partite a calcetto, spendendo poco”. Da non tralasciare la capacità di attrazione esercitata dagli eventi culturali e ricreativi. La Lunigiana propone un ricco menu in tal senso ma, forse, occorrerebbe pianificare gli appuntamenti con un calendario concordato fra enti ed associazioni dei vari Comuni per evitare sovrapposizioni tra proposte interessanti. Guardando alla zona di costa e facendo riferimento agli stabilimenti balneari più vicini a noi – da Bocca di Magra a Marinella, a Marina di Carrara e di Massa – i prezzi variano molto a seconda del luogo, delle attrezzature e dei servizi. Certo, se si pensa che le spiagge sono del Demanio, quindi dello Stato, è assurdo che non ci siano regole chiare, atte a fissare costi per renderle accessibili alle tasche di tutti. Giusto pagare i servizi, ma il prezzo della spiaggia dovrebbe essere almeno “calmierato”. Tutto sommato l’estate lunigianese si presenta con un look di consensi che lasciano spazio alla speranza del tanto agognato decollo. Ivana Fornesi