È giunta ad una svolta l’indagine su abusi e violenze da parte dei Carabinieri in Lunigiana

Ordini di arresto per quattro degli otto carabinieri coinvolti

carabinieriOtto carabinieri raggiunti da misure cautelari per l’indagine su presunte irregolarità in Lunigiana: quattro arrestati, di cui uno in carcere e tre ai domiciliari, mentre per altri quattro è scattato il divieto di dimora e per uno di questi anche la sospensione dal servizio. Degli otto, cinque erano in servizio alla caserma di Aulla, tre a quella di Albiano Magra. La notizia è esplosa come una bomba, mercoledì scorso, e dalla Lunigiana è rimbalzata in tutta Italia. L’inchiesta era emersa tra febbraio e marzo, quando si parlò di alcuni indagati e scattarono perquisizioni nelle caserme. Una trentina di indagati fra militari delle caserme di Aulla, Albiano Magra, Licciana Nardi e il Nucleo radiomobile di Pontremoli. Sono vari gli episodi di presunte irregolarità che sarebbero state commesse dai carabinieri coinvolti nell’inchiesta della procura di Massa Carrara, come ha dichiarato il procuratore capo Aldo Giubilaro. Più di cento i capi d’imputazione nell’ordinanza emessa dal gip, di cui i più gravi sono per soprusi, pestaggi, violenze sessuali, falsificazioni di atti, intimidazioni. In particolare i falsi riguarderebbero i verbali delle attività e degli interventi dell’Arma nel territorio. Ci sarebbe anche un episodio di violenza sessuale e uno di sequestro di persona. Il grosso del fascicolo processuale si basa sui dialoghi tra gli indagati intercettati dalla polizia giudiziaria nei mesi scorsi. Cimici che hanno permesso agli inquirenti di scandagliare l’attività degli indagati durante il servizio ma anche nella vita privata. Dalle registrazioni, soprattutto durante i colloqui tra colleghi, sono emerse frasi indecorose, aggressive e a sfondo razzista. Saranno ovviamente i magistrati a valutare se sono solo “parole in libertà” o se possono avere rilievi da un punto di vista penale ma certo, se confermate, sono frasi che non fanno onore a chi rappresenta lo Stato. Intanto il procuratore Giubilaro ha così commentato l’azione legale intrapresa: “L’adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell’assurdità da parte di chiunque, militari dell’Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell’Arma”. La notizia delle presunte irregolarità ha creato molto fermento nella comunità aullese, che si è spaccata tra chi difende l’Arma a spada tratta – è stata avviata una raccolta di firme su internet per esprimere solidarietà ai carabinieri finiti sotto inchiesta – e chi attende gli sviluppi del procedimento per prendere una posizione che non sia condizionata dall’eccitazione del momento. Capire come si andrà ad evolvere la situazione è davvero complesso. E che questa storia sia esplosiva lo dimostra anche la voce che la richiesta di trasferimento presentata da tre giudici del tribunale di Massa sarebbe in realtà legata ai rischi che potrebbero emergere da questa inchiesta che nessuno vorrebbe dover trattare. Insomma, una vicenda su cui c’è ancora bisogno di fare chiarezza per il bene degli indagati, da ritenere innocenti fino alla conclusione del processo, del territorio e della stessa Arma.