
Celebrato a Roma il Giubileo del Volontariato

L’importanza del volontariato nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. È questo il significato che ha voluto riscoprire e valorizzare il quinto grande evento del Giubileo della Speranza.
Il volontario è colui che sa farsi prossimo alle necessità delle persone, che sa rivestirsi di atteggiamenti di misericordia cristiana, che gratuitamente si prende cura di chi vive un momento di difficoltà. Una difficoltà che può declinarsi sia come fisica sia come sanitaria o spirituale e che riceve la grandezza dell’amore di persone che si dedicano a “fare del bene”.
Chi svolge volontariato è dunque una persona che offre parte del proprio tempo per soccorrere chi è più sfortunato e chi a volte – per rimarcare il tema dell’Anno Santo – ha perso il concetto di speranza, sia come ottica di vita sia come ideale cristiano. Il volontario (uomo o donna che sia) in ogni tempo è capace di ridonare speranza e di contribuire a dare coraggio, in situazioni che a volte necessitano più di parole amiche che non di giudizi inopportuni. È in questo modo che fare volontariato invita a decentrare sé stessi e a sforzarsi di migliorare la vita altrui.

Il giubileo del volontariato, celebrato nell’Urbe lo scorso fine settimana, si è aperto con una bella iniziativa dedita alla prevenzione sanitaria gratuita, quindi la possibilità di accostarsi al sacramento della confessione e il passaggio della Porta Santa della Basilica vaticana. Significativo anche sottolineare un particolare momento di preghiera voluto dalle Misericordie d’Italia che, guidate dal correttore nazionale mons. Franco Agostinelli – vescovo emerito di Prato, si sono radunate nei pressi del Policlinico Gemelli per recitare il S. Rosario e per manifestare la vicinanza a Papa Francesco, tutt’ora ricoverato.
Domenica 9 marzo, prima del tempo di Quaresima, i molti volontari si sono infine ritrovati in piazza San Pietro per la celebrazione eucaristica conclusiva dell’evento giubilare.
Su delega del Santo Padre, la S. Messa è stata presieduta dal card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale.
Nell’omelia inviata il Pontefice ha ringraziato i tanti volontari che, sull’esempio di Gesù, servono il prossimo senza “servirsi” del prossimo. Un servizio svolto “per strada e tra le case”, accanto ai malati, ai sofferenti, ai carcerati, coi giovani e con gli anziani, e che infonde speranza a tutta la società. Nei deserti della povertà e della solitudine – ha sottolineato il Santo Padre – tanti piccoli gesti di servizio gratuito fanno fiorire “germogli di umanità nuova”, in quel giardino che Dio ha sognato e continua a sognare per tutti noi.
Fabio Venturini