Più forti del vento i fuochisti del Falò di San Nicolò

Peccato! I fuochisti sono intorno alla pira, costruita con arte e passione, come sempre, con le torce accese, pronti e attenti ai comandi del capo falò.
Al via tutti insieme affondano le torce alla base e le lingue di fuoco si alzano crepitando, ma dopo pochi secondi , il vento di tramontana, che ci ha accompagnato per tre giorni, ritorna prepotente facendo roteare le fiamme, per poi sbatterle con violenza da una parte all’altra della pira, così da non potersi liberare nel cielo e formare mille scintille.
Le fiamme si abbassano e poi si alzano senza un verso preciso e il cappello rimane inviolato. Peccato! Sarà per il prossimo anno, la delusione c’è per il lavoro di tanti mesi, vanificati dagli scherzi del tempo.
Si ritorna in baracca e… comunque la festa continua! Tanti, tantissimi giovani, saltano e ballano insieme ai più “vecchi”, si canta sfottò, un sorriso si stampa sul capo Toni.
Ma quanti siamo? Domando. Qualcuno mi dice che a mangiare saremo più di cento.
Che è successo? Tutti questi giovani che si abbracciano nonostante un falò ballerino. Un ragazzo mi abbraccia e mi ringrazia di essere stato accettato nel gruppo del falò.
Mi commuovo e continuo a cantare.
Intanto il palo è quasi nudo e penso che, ad ogni modo, siamo ancora qua, a portare avanti questa tradizione unica, riconosciuta in tanti ambiti pubblici. Qualcuno sta già pensando ai prossimi mesi, quando saremo su per i boschi pensando a costruire un altro falò.

Domenico Bertoli