
In un Giro della Lunigiana di grande successo tecnico e organizzativo è andato in scena un duello italo-francese ha monopolizzato la corsa. Per i due protagonisti appuntamento al mondiale di Zurigo: da favoriti.

Il Giro della Lunigiana segue il copione del Tour de France. Esagerazioni? Nemmeno troppo, a giudicare dallo spessore tecnico prodotto dalla corsa juniores “dei futuri campioni” che ha solcato le strade della Lunigiana storica lo scorso fine settimana. Al pari delle ultime tre edizioni del Tour, sulle nostre strade è andato in scena un duello tra due giganti che relegato al ruolo di comparsa gli altri 160 concorrenti. Il posto di Pogacar e Vingegaard è stato occupato dal francese Paul Seixas e dall’italiano Lorenzo Finn, entrambi classe 2006. La coppia ha firmato l’ordine d’arrivo della prima e dell’ultima tappa e ha occupato il secondo e il quarto posto della frazione pomeridiana della terza tappa, lasciando quel giorno agli sprinter il palcoscenico della semitappa mattutina.

E chissà che cosa avrebbero potuto offrire i due avversari nella seconda tappa, quella altimetricamente più difficile, da Chiavari a Portofino, annullata per l’allerta meteo. In salita Finn e Seixas hanno viaggiato di pari passo per tutti e tre i giorni di gara, uno attaccato all’altro, inseparabili tra di loro e ben separati dagli altri avversari. Solo le rampe di Bolano hanno creato una piccola crepa di due secondi a favore del francese. Per il resto la differenza l’hanno fatta gli abbuoni. Seixas ne ha accumulato 20 secondi sui vari traguardi, Finn 16. Alla fine solo 6 secondi di distacco hanno permesso a Seixas di prevalere e consegnare alla nazionale transalpina il terzo Lunigiana in quattro anni, dopo Lenny Martinez (2021) e Leo Bisiaux (2023). Per Lorenzo Finn il secondo posto fa il paio con il medesimo piazzamento ottenuto lo scorso anno, al suo debutto tra gli juniores.

Ma andiamo con ordine. Nella prima tappa dall’anfiteatro di Luni alla Spezia il francese ha regolato in un lunghissimo sprint in via Chiodo il genovese della rappresentativa ligure, dopo che il primo si è reso protagonista di un attacco micidiale sull’erta di Biassa e il secondo ha saputo riprenderlo nella parte finale della salita e nella successiva discesa verso il traguardo. Al termine della prima frazione il gap per tutti gli altri era già di oltre un minuto. Saltata per il maltempo la tappa nel Tigullio, il terzo giorno di gara si è aperto con una semitappa da Sarzana a Marina di Massa conclusasi con una volata vinta dal belga Aldo Taillieu. Nel pomeriggio l’attesa tappa da Sestri a Bolano, con la micidiale ascesa finale verso il panoramico borgo si è conclusa con la vittoria del veronese Cristian Remelli; fuori classifica a causa di un incidente nella prima tappa, il veneto ha anticipato tutti e resistito al ritorno dei migliori alzando le braccia tra due ali di folla plaudente. Dietro di lui Seixas e il ceco Sumpik con 8 secondi di ritardo e Finn con 10. Per il gioco degli abbuoni erano 10 i secondi che Finn avrebbe dovuto recuperare l’indomani mattina nella Fivizzano – Terre di Luni per vincere il Giro.

Scattato nella seconda delle tre ascese a Montemarcello, Finn non è riuscito a disfarsi della compagnia di Seixas, sebbene nell’ultima ascesa abbia migliorato di 8” il record di scalata registrato nel 2018 da un certo Remco Evenepoel, ma ha ottenuto nello sprint a due la vittoria di tappa. Sul podio finale, a fianco di Seixas – vincitore anche della classifica a punti e di quella degli scalatori – e di Finn, il ceco Sumpik, con 2’02” di ritardo. Il futuro dei due atleti nel firmamento ciclistico è già scritto: per il francese, che eccelle anche nel ciclocross e ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi di categoria, inizia l’avventura negli under 23 con la Decathlon AG2R. Per il genovese (di padre inglese) campione italiano sia in linea che a crono, è già cominciata l’avventura nel vivaio della Bora Hansgrohe di Primoz Roglic. Per entrambi i protagonisti del Lunigiana la prossima sfida sarà a fine mese il mondiale sul duro circuito di Zurigo, a cui prenderanno il via da favoriti. L’edizione 2024 della più prestigiosa gara a tappe del mondo nel panorama juniores va in archivio consolidando il suo successo tecnico e organizzativo. L’incidente occorso ad un membro della scorta tecnica e ad un concorrente nella prima tappa e l’annullamento dell’arrivo di Chiavari non cancellano lo spessore della manifestazione, testimoniato non solo da quanto visto in strada, ma anche dalla presenza del commissario tecnico della nazionale juniores Dino Salvoldi, dei vertici federali, della troupe RAI e di tanti ospiti (da Stefano Garzelli a Marco Pastonesi) che hanno reso vivaci i momenti di contorno alla corsa. (d.t.)
Erja Giulia Bianchi si aggiudica il Giro Lunigiana Donne

è Erja Giulia Bianchi ad aggiudicarsi la terza edizione del Giro della Lunigiana femminile, quest’anno per la prima volta in due tappe, una cronometro e una tappa in linea. Sul traguardo di Arcola, Bianchi ha preceduto Sara Luccon, vincitrice della cronometro del primo giorno a Lerici. La classifica, a punti e non a tempi, ha premiato Bianchi, nonostante la parità di punti, grazie alla conta dei piazzamenti. Il podio della classifica generale viene completato da Giulia Zambelli. La gara donne, da tre anni “antipasto” della blasonata corsa maschile, ha registrato un notevole successo, a testimonianza della vitalità del movimento ciclistico femminile, che sta registrando una costante espansione in Italia. CLASSIFICA GENERALE: 1 – Erja Giulia Bianchi (Biesse – Carrera) 195 pt.; 2 – Sara Luccon (Horizons Fullgas) 195 pt; 3 – Giulia Zambelli (Canturino 1902 A.S.D.) 170 pt.