Da Codiponte a Offiano: quelle pievi nella valle dell’Aulella

L’escursione promossa dall’Associazione “San Martino di Durasca” si è trasformata in un momento di profonda immersione nel tema dell’architettura pievana tipicamente lunigianese

La Pieve di Codiponte

Certamente sorriderà qualcuno, nel leggere di una “visita guidata alle pievi di Codiponte ed Offiano”, con tanto di sosta conviviale in noto agriturismo della zona! “Proposta culturale” non certo innovativa o originale, ma, a ben guardare, la visita a questi due edifici, rappresenta “il calarsi”, direttamente e senza sfumature, nel cuore di quella Lunigiana che tanto amiamo, che tanto ci sembra nota, ma che, ancora, tanto, tantissimo, impegna storici, cultori, appassionati.
E, nonostante si parli di due pievi della Lunigiana, si vedrà quanto diverso sarà l’approccio alla conoscenza di questi due luoghi sacri.
Un breve ma doveroso passaggio di carattere storico-scientifico: la nostra conoscenza del sistema pievano della Lunigiana, ci deriva da quattro fondamentali documenti.
L’11 novembre 1148, Eugenio III concede a Gottifredo II vescovo di Luni, il “Privilegio Solenne Maggiore”, “In eminenti”, con il primo elenco ufficiale ed analitico delle pievi della diocesi;

La pieve di Codiponte

Il 18 marzo 1154, Anastasio IV con la Bolla “Ex commissio nobis”, conferma la precedente, apportando lievi modifiche all’elenco di edifici, (in particolare le Cappelle). Questa bolla, però, è ritenuta non affidabile…
Il 9 aprile 1161, Alessandro III, rilascia la Bolla “Superna et innefabilis”, ponendo sotto la diocesi di Genova la zona di Chiavari e Portovenere, che si riuniranno alla diocesi della Spezia, solo nel 1959.
Il 7 marzo 1203, Innocenzo III, con la Bolla “In eminenti” conferma a Gualtiero II, vescovo di Luni, le precedenti Bolle pontificie.
Ma affrontiamo intanto Codiponte, la pieve intitolata ai Santi Cornelio e Cipriano, un luogo antichissimo; parliamo di luogo e non di edificio, perché la fabbrica che oggi vediamo, non è certamente quella della prima citazione a noi nota, questa, veramente antichissima risalirebbe infatti all’8 gennaio 793. “Trasmontem ad Sactum Cipriani” nella quale, in realtà, non si parla neppure di pieve; è questo infatti, il riferimento contenuto nell’Atto di donazione al Vescovo di Lucca rogato in quella città. Bisogna arrivare al documento citato del 1148 per trovare il chiaro riferimento alla pieve.

L’abside della pieve di Codiponte

Ricordiamo le parole di Gianluigi Maffei: “Il luogo della pieve di Codiponte è un palinsesto della storia del territorio lunigianese: infatti studi storici, scavi archeologici e ricerche demoterritoriali fatte a più riprese offrono un quadro completo ed esaustivo dell’antropizzazione di questa area che, con i dovuti distinguo, è esemplificativa ed estendibile al resto della Lunigiana…”.

Proviamo quindi a capire le ragioni di questa sintetica ma precisissima riflessione del compianto amico e profondo conoscitore della Lunigiana, concentrandoci, in particolare sull’edificio, uno dei sette giunti a noi nelle forme romaniche.

Suggestiva immagine del castello e del borgo di Codiponte (Foto Lunigiana World)
Suggestiva immagine del castello e del borgo di Codiponte (Foto Lunigiana World)

Notiamo subito che il significato affonda e fa riferimento ai dettami dell’Architettura Romanica: la perfetta corrispondenza tra posizione delle monofore poste sull’asse della campata, che costituisce il “modulo” dell’edificio stesso appare “da manuale”, così come il perfetto allineamento delle monofore superiori, questa volte allineate perfettamente all’asse delle colonne.
Nella visita guidata, organizzata per il 27 aprile, dall’Associazione San Martino di Durasca, dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri, dall’Associazione Amici di San Caprasio e dall’Associazione Apuamater, la presenza di molti studiosi, impegnati da decenni su questi temi, ha consentito di trasformare quello che doveva essere poco più di una “scampagnata” in un vero momento di profonda immersione nel tema dell’architettura pievana tipicamente lunigianese.

La Pieve di Offiano

Dopo l’esposizione degli aspetti storico-architettonici da parte del sottoscritto, Eliana Vecchi ha intrattenuto i presenti con la descrizione del magnifico ciclo di capitelli di Codiponte, con puntualizzazioni sui significati intrinseci, oggi a noi difficilmente comprensibili senza un adeguato supporto. Mariano Lallai, ha poi descritto, attraverso citazioni da documenti originali, la storia della pieve, ed infine Franco Bonatti ha ricordato le vicende storiche del Privilegio rilasciato da Eugenio III a Gottifredo II, descrivendo anche l’itinerario che il pontefice ha fatto attraverso la Lunigiana, sostando a Pontremoli per circa 15 giorni.
Presenti, tra gli altri, anche Claudio Palandrani, Paola Bombardi, Riccardo Boggi e Mario Nobili.
La visita si è conclusa a Offiano, dove si è potuto ammirare come le antiche pievi romaniche, sono state trasformate in sontuosi edifici barocchi, processo che, in vario modo, ha interessato ventidue edifici degli originali trentacinque.

Stefano Calabretta