
L’errore è stato rivelato in occasione della mostra sul pittore olandese aperta di recente nella città tedesca

Che un’opera di arte moderna non sia sempre di facile lettura è un luogo comune abbastanza diffuso che ha interessato in particolare la pittura astratta, non avendo questo tipo di espressione artistica alcun riferimento a ogni neppur minima parvenza di oggettualità formale.
Ci si può quindi sentire disorientati di fronte a un dipinto in cui altro messaggio non si riesce a cogliere se non l’emozione indotta dalla suggestione che l’opera trasmette ma che può essere comunque condizionata dalla soggettività e sensibilità dell’osservatore. Può capitare allora ad una persona comune di non saper cogliere il senso di lettura di quell’opera come l’artista l’ha voluto intendere ma è già però una reazione positiva lasciarsi coinvolgere pur non capendone a fondo il significato e il significante.
Meno capibile è come si possa scambiare il sopra e il sotto da parte di esperti di arte come quanto successo al dipinto New York City 1, un’opera realizzata nel 1941 da Piet Mondrian e osservata sempre nel verso sbagliato. Quando fu collocata nel museo di Düsseldorf, in Germania per la prima volta nel 1980 nessuno si accorse che era stata appesa nel verso sbagliato, letteralmente ruotata di 180 gradi e così l’opera da allora è rimasta per 42 anni. Ad accorgersi del madornale errore è stata Susanne Meyer-Büser, curatrice della mostra “Mondrian. Evolution”, anche se un articolo recente del New York Times riporta che la segnalazione arriva da un artista italiano, Francesco Visalli.
L’esposizione, allestita in occasione dei 150 anni dalla nascita del pittore olandese, ha lo scopo di delineare, attraverso 89 opere provenienti da collezioni private e pubbliche in Europa e negli Stati Uniti, l’originale evoluzione del maestro, a partire dai paesaggi del XIX secolo per arrivare fino all’astrazione. Visitabile fino al 12 febbraio 2023 al museo Kunstsammlung Nordrhein – Westfalen K20 di Düsseldorf, la rassegna ricostruisce il percorso artistico che colloca Mondrian tra i principali protagonisti dell’arte moderna, fino a diventare il fondatore del Neoplasticismo.
Il dipinto capovolto è composto da strisce adesive orizzontali e verticali in colori primari rosso, giallo e blu e l’artista aveva messo le fasce più dense sul bordo superiore mentre nel museo sono sempre apparse al contrario. Secondo la ricostruzione della curatrice, però, l’errore non avviene nella pinacoteca tedesca nel 1980 ma l’opera arriva già capovolta e così è stata consegnata al museo: il particolare è immortalato in una foto dello studio dell’artista dopo la sua morte, in cui il dipinto appare sul cavalletto al contrario rispetto all’esposizione attuale.
Appurato l’errore, la Direzione del museo tedesco ha deciso però di lasciare il quadro nell’attuale posizione per non rischiare di danneggiare l’opera in quanto le strisce adesive appese in una direzione, se girate avrebbero potuto deteriorarsi. Qualche dubbio che questo svarione sia emerso ora in tempi un po’ sospetti si insinua; tuttavia, se il fatto può contribuire, di riflesso, a stimolare un maggiore interesse a conoscere l’opera di Mondrian e l’importante ruolo che questa ha avuto nell’evoluzione dell’arte moderna, ben venga.
Analizzando con il giusto approccio il percorso artistico del grande maestro olandese si potranno infatti trovare molte risposte alla domanda su come si interpreta l’arte astratta. Si capirà come un processo creativo di un artista moderno tenda, mediante un progressivo percorso di interiorizzazione quasi fisiologico nell’ambito della sua ricerca, verso una sempre maggiore sintesi formale, in cui ogni referente oggettivo man mano scompare per lasciare spazio a colore e segno avulsi da ogni orpello descrittivo.
In questa ottica interpretativa, Mondrian è l’emblema dell’essenza e l’esempio più significativo sono i famosi alberi che scandiscono con nitida progressione il percorso artistico e stilistico seguito dall’artista che, partendo da uno stile impressionista, attraversa il cubismo e arriva all’astrattismo. Dipinto dopo dipinto scompone visivamente le forme, fino ad arrivare all’uso dei soli colori primari ordinati in rigorose linee verticali e orizzontali.
Gianpiero Brunelli