Crediti di sostenibilità ambientale per valorizzare i boschi lunigianesi

Al via il progetto del Parco dell’Appennino per la valorizzazione economica della capacità delle foreste di catturare i gas serra. Da novembre un mercato locale mette in contatto proprietari di boschi e imprese intente a ridurre le proprie emissioni; un’opportunità per chi gestirà la risorsa boschiva in modo ecosostenibile.

Un mercato dei permessi di inquinare: è uno degli strumenti per ridurre le emissioni di gas serra e salvare il Pianeta dal surriscaldamento globale. Definito nel 1997 dal protocollo di Kyoto funziona secondo un principio molto semplice: l’inquinamento atmosferico ha un costo che deve essere sostenuto da chi produce le emissioni. L’Unione Europea, per esempio, ha un proprio mercato dei “permessi di inquinamento” dal 2005, che riguarda oggi 11 mila imprese tra produttori di energia elettrica e di calore, settori industriali ad alta intensità energetica, aviazione civile. Ogni operatore coinvolto riceve all’inizio di ogni anno una quota di permessi di inquinare che non può oltrepassare; se un’impresa “sfora” la quota assegnata, per evitare pesanti multe può acquistare le quote mancanti da altri operatori che si trovino in surplus. Ma accanto ai mercati “ufficiali” come quello istituito in Europa, stanno nascendo anche mercati “volontari”, di dimensioni locali, con l’obiettivo di valorizzare da un punto di vista monetario gli sforzi di sostenibilità ambientale. Gli attori dei mercati locali sono, dal lato dei venditori, proprietari forestali, enti pubblici locali, singoli privati che utilizzando in modo sostenibile la loro risorsa incrementano la capacità dei loro boschi di catturare e ridurre CO2 e gas serra e certificando le loro azioni ottengono dei “certificati” di sostenibilità ambientale; dal lato degli acquirenti il mercato è composto da piccole e medie imprese e aziende di servizi che comprando i certificati in compensazione alle loro emissioni inquinanti, di fatto pagano per quanto inquinano e promuovono pubblicamente la loro responsabilità sociale in tema ambientale e le azioni concrete messe in campo per essere più “green”. Un mercato volontario come quello appena descritto è appena nato e coinvolge anche la Lunigiana. A promuoverlo è il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e riguarda i territori degli 80 Comuni delle provincia di La Spezia, Lucca, Massa Carrara, Modena, Parma e Reggio Emilia facenti parte della Riserva di Biosfera Mab-Unesco.

Il sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti
Il sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti

Il progetto si chiama Crediti di sostenibilità; presentato lo scorso marzo, è entrato nella fase operativa in questi giorni. Rimandando gli aspetti tecnici e procedurali al sito internet www.creditidisostenibilita.it, nel mercato costituito dal Parco i proprietari di boschi, individualmente o in gruppo, dimostrando di rispettare dei disciplinari per la gestione della loro foresta in modo socialmente utile e ambientalmente sostenibile, potranno ottenere una certificazione che quantifica la massa di gas serra assorbiti dalla loro proprietà. Il certificato ha un valore economico, pari a 33 euro – una quotazione in linea con quella del mercato europeo – per tonnellata di gas serra assorbiti grazie all’uso responsabile della risorsa boschiva e potrà essere venduto (il lotto minimo è di 30 crediti, pari a 990 euro) a imprese o organizzazioni che, seppur non obbligate dalle direttive europee ad assumere impegni in termini di riduzione delle proprie emissioni, sono volontariamente impegnate in tal senso. A mettere in contatto domanda e offerta, sarà la piattaforma telematica predisposta dal Parco che da un lato certificherà l’uso sostenibile delle foreste, dall’altro rilascerà all’acquirente un attestato del proprio sforzo ambientale. Le somme riscosse dalla vendita dei crediti saranno suddivise tra il proprietario della foresta e il Parco, che impiegherà gli introiti nelle sue politiche di sostenibilità ambientale. Si tratta dunque di una novità rilevante non solo in termini di sensibilizzazione a livello locale sull’emergenza ecologica planetaria, ma anche perché dimostra che le attività di salvaguardia ambientale generano effetti economici positivi. Il sito del Parco parla di una domanda già superiore all’offerta di crediti, che nella fase iniziale sarà necessariamente limitata e via via sarà ampliata. I gestori forestali che hanno già aderito al Protocollo d’intesa con il Parco in Lunigiana sono: Beni sociali di Crespiano; Beni di Uso Civico di Vico, Beni Sociali di Tavernelle, Beni Sociali di Lusignana, Beni Sociali Di Apella e Taponecco, Beni sociali di Treschietto, Beni Sociali di Viano, Comune di Comano, Comune di Pontremoli, Comune di Bagnone, Foresta demaniale regionale del Brattello, Complesso forestale dell’Enel alla Diga Lagastrello.

(Davide Tondani)