Nella nostra Provincia si investe poco nel settore culturale

Questo quanto emerge dall’analisi dei bilanci 2014 degli enti resi pubblici da Openpolis. Solo un Comune, Bagnone, ha investito (85,58 euro pro capite) più della media nazionale

La facciata del teatro "Quartieri" a Bagnone
La facciata del teatro “Quartieri” a Bagnone

Nella nostra provincia si spende troppo poco per la cultura. Questa è la triste fotografia che emerge analizzando i dati offerti da Openpolis (l’associazione nazionale indipendente che fornisce i dati dei bilanci pubblici resi dal Ministero dell’Interno) sul bilancio di spesa dei diversi comuni italiani nel 2014. Per rendere evidente questo dato basti pensare che solo un comune in tutta la Provincia, Bagnone con 85,58 euro pro capite annuali investiti nel settore culturale, supera la media nazionale che è di 61 euro. Cifra che corrisponde in pratica all’impegno del Comune di Mulazzo (61,62 euro), poi c’è il baratro, con i restanti 15 comuni tutti sotto la soglia della media nazionale. Un dato reso ancora più pesante dalla constatazione che solo un altro comune, Villafranca con 59,22 euro, non è troppo lontano dall’asticella dei 61 euro (che comunque è un dato in caduta libera rispetto al 2005, quando i comuni italiani investivano in media 71,5 euro pro capite). Bisogna poi scendere sotto i 40 euro per ritrovare altri due comuni (Carrara 36,27 e Pontremoli 35,61) e sotto i 30 euro per trovarne altri tre (Aulla 25,59; Montignoso 21,00 e Massa 20,53). Tre comuni si trovano nella fascia tra 10 e 20 euro (Comano 19,96, Fosdinovo 18,62 e Casola 11,72); infine, sono ben sei i comuni lunigianesi che nel 2014 hanno investito meno di 10 euro a persona e addirittura cinque di essi sono sotto la soglia dei 5 euro (Podenzana 4,33, Tresana 3,53, Filattiera 2,80, Licciana 2,68 e Zeri 1,57) con il solo Fivizzano (9,29) che si riavvicina alla doppia cifra. Insomma, in pratica solo Bagnone evita una debacle totale alla nostra Provincia, ma anche questo comune, al tempo guidato dal sindaco Gianfranco Lazzeroni, è sceso di molto, visto che il dato del 2014 è nettamente, sempre secondo i numeri forniti da Openpolis, calato rispetto al 2013, quando l’amministrazione bagnonese investì 165,31 euro pro capite in cultura, risultando il quinto comune più “generoso”, in questo settore, in ambito regionale. Nel 2014 la spesa per la cultura è stata dimezzata e Bagnone è sceso al 29 posto. Resta quindi aperta la domanda: a che serve la cultura? Maturando le facoltà intellettuali e sviluppando capacità di giudizio, la cultura promuove il senso dei valori, aiutandoci a sentirci parte di un tutto inserito in una dinamica attiva in grado di dilatarsi nella dimensione planetaria e futura. “È con questa consapevolezza – dicono il sindaco Carletto Marconi, la direttrice del Museo Archivio della Memoria, Francesca Guastalli, e il consigliere delegato alla Cultura, Matteo Marginesi – che abbiamo investito in un settore così importante rendendo Bagnone un centro vivace in quanto ricco di eventi culturali che spaziano in direzioni diverse: dal teatro, al museo; dalla pinacoteca “Garavaldi” ai concerti di musica classica. Pertanto la notizia che Openpolis pone il nostro Comune al primo posto in provincia per la spesa nella cultura, non può che riempirci di soddisfazione”. Dopo che Bagnone è stato collocato fra i cinque borghi più belli d’Europa, questa ‘palma della vittoria’ per quanto concerne la cultura impegna gli amministratori a sostenere progetti finalizzati ad una maggior conoscenza del territorio con le sue infinite risorse affinché decolli quel turismo che tutti aspettano . “Il turista che arriva in Lunigiana – conclude Marconi – deve essere aiutato a gustare il connubio affascinante fra passato e presente: un amalgama di significati di una valle punteggiata da castelli, pievi, torri, musei… che danno alla memoria il giusto valore”.

Ivana Fornesi

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