
Ad Aulla una manifestazione di solidarietà dopo le notizie dell’inchiesta che coinvolge una ventina di rappresentanti dell’Arma
Circa duecento persone hanno partecipato alla manifestazione al grido di “Viva i Carabinieri”

Oltre duecento persone, in una calda giornata di metà marzo, si sono ritrovate sabato scorso sotto la sede del Comune di Aulla per manifestare la loro vicinanza all’Arma dei Carabinieri e soprattutto la solidarietà ad alcuni rappresentanti locali del Corpo finiti sotto inchiesta con l’accusa di illeciti e violenze consumati all’interno delle caserme di Aulla, Pontremoli, Albiano Magra e Licciana Nardi, durante l’esercizio delle loro funzioni. L’indagine, che è stata al centro della cronaca locale in queste ultime settimane, è stata avviata dalla Procura di Massa che ha aperto un’inchiesta su una ventina di militari. I reati contestati sono lesioni a danno di un cittadino extracomunitario, violenza nei confronti di una prostituta, falsi verbali, sospette attività di controllo degli stupefacenti. Le indagini, condotte da un selezionato gruppo di Carabinieri che risponde direttamente alla Procura, hanno portato ad alcune perquisizioni che avrebbero coinvolto stazioni e caserme dei carabinieri e una serie di abitazioni, con il sequestro di diverso materiale. Il procuratore capo Aldo Giubilaro ha evidenziato nei giorni scorsi che l’inchiesta è “circoscritta a pochi militari e a pochi episodi specifici”. Ma, a queste accuse, non credono i tanti partecipanti alla manifestazione di sabato così come tanti rappresentati politici locali, schierati dalla parte dei Carabinieri indagati. “Vogliamo esprimere sostegno a quella divisa indossata con dignità”, hanno detto gli organizzatori, che hanno espressamente chiesto una partecipazione alla manifestazione senza simboli ufficiali: di fatto, erano presenti tanti sindaci, amministratori e dirigenti di partito, ma senza fasce tricolori né bandiere. Durante la manifestazione ha suonato una sirena simile a quella delle auto dei carabinieri in servizio, seguita da un lungo applauso della folla presente che al termine ha lanciato un grido corale: “Viva i nostri Carabinieri!”. Quello che è stato messo in chiaro, dunque, è che se è giusto riconoscere l’importanza dei tutori dell’ordine a difesa della sicurezza di tutti, è altrettanto logico che il sostegno non può estendersi a chi si sia reso colpevole di gravi reati. Il non facile compito che attende gli inquirenti sarà proprio quello di fare chiarezza per stabilire eventuali responsabilità personali, in modo da evitare che le colpe di alcuni possano gettare ombra su tutto il Corpo benemerito. (r.s.)
(foto di Massimo Pasquali)