Una “cucina ignorante” che conserva vita e storia dell’identità lunigianese

Il ricettario di Andrea Trevisan, filattierese di Serravalle trapiantato in Lombardia

La cucina è un pezzo importante dell’identità di un territorio, e fissare le ricette della tradizione in un libro è un modo per ritrarre la storia e la vita di una comunità: ecco perché è benvenuto il ricettario, composto di oltre quaranta ricette lunigianesi, dato alle stampe da Andrea Trevisan, un figlio della diaspora lunigianese che come tanti è rimasto visceralmente attaccato, pur essendo nato a Milano e residente nel pavese, alle lunghe estati nella panoramica frazione filattierese di Serravalle, la sulla strada per Prati di Logarghena, ai ritmi della vita contadina e ai sapori della cucina dei nonni Erminia e Silvio. Mamma Iole ha fatto il resto, continuando in Lombardia a cucinare i sapori della terra natale.
Il ricettario di Trevisan, intitolato “La cucina ignorante”, è un tributo d’amore alla terra delle origini: ispirato da una vecchia raccolta manoscritta della bisnonna, Trevisan si è cimentato prima nel cucinare i piatti degli avi, per riscoprirne i sapori e per fare riaffiorare ricordi ed emozioni; tantissime delle sue ricette sono diventate video sul canale YouTube “La cucina ignorante”. In questi mesi è arrivato il libro, autoprodotto dallo stesso autore, che ha curato in prima persona progetto grafico e fotografie, acquistabile per ora sul sito Amazon, una scelta legata ai costi editoriali ma che ha permesso di dare un sorprendente riscontro allo sforzo dell’autore: la raccolta di ricette della tradizione lunigianese in queste prime settimane di vendita è stata acquistata in Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Canada e Australia, probabilmente da lunigianesi di seconda e terza generazione che come Trevisan associano ai sapori tramandati le emozioni dei soggiorni nei luoghi di origine.
L’aggettivo “ignorante” non solo assolve allo scopo di rendere il titolo del libro facilmente memorizzabile, ma coglie un aspetto che Trevisan ha voluto mettere a fuoco: quello di una cucina povera in molte sue caratteristiche ma che ignora l’idea di una preparazione “dietetica” in favore di piatti sostanziosi; insomma, una cucina sì saporita, ma poco delicata, non indicata a persone che vogliono mangiare leggero.
Sono 41 le ricette proposte. A fianco dei piatti preferiti dall’autore (la torta d’erbi, la bomba di riso e le verdure ripiene), “La cucina ignorante” propone piatti unici come le torte salate, i primi tipici locali, a partire dai testaroli, la ciacciagione, contorni di varie verdure ripiene e sformati, dolci tipici locali come l’amor o il castagnaccio, proseguendo con sughi di cacciagione e pesto, per finire con le ricette del pane locale, come la Carsënta pontremolese o la Marocca di Casola. L’opportuna scelta di inserire anche alcune ricette dei comprensori vicini (i muscoli ripieni alla spezzina, la farinata o il farro garfagnino) sottolinea la contaminazione che la cucina locale ha avuto con il pendolarismo lavorativo del XX secolo. Il lettore più rigoroso avrà modo di contestare i nomi di alcune ricette, che variano a seconda dei paesi, o l’uso o le dosi di alcuni ingredienti, personalizzate di famiglia in famiglia: dispute anch’esse parte dell’identità lunigianese e che fanno tanto “Cucina ignorante”.

(Davide Tondani)