Casola: interrotti i lavori della frana alla Presa

Dopo la sistemazione della parte a monte della SR 445

I lavori in corso in località La Presa a Casola
I lavori in corso in località La Presa a Casola

Gli automobilisti e gli abitanti dell’Alta Valle Aulella avevano tirato un respiro di sollievo nel leggere l’informativa della provincia di Massa Carrara sull’inizio dei lavori per la riparazione della frana di tre anni fa, novembre 2017. Come già riportato da questo settimanale, il manifesto annunciava l’inizio dei lavori, con parziale chiusura al traffico, sulla strada regionale 445, presso località La Presa, per il 12 ottobre ed il termine dei lavori per i 31 ottobre. L’appalto era assegnato a una ditta con sede a Catania, che ha già provveduto a dei subappalti. Eseguiti i lavori a monte dalla ditta Scamoter srl, ogni attività è stata sospesa, lasciando nello stupore e nella delusione la popolazione. Come mai è stato disatteso il comunicato della provincia? Perché i lavori sono sospesi? A quando la possibilità di transitare in modo sicuro e senza il semaforo? C’è chi fa i calcoli dei costi per la sola manutenzione del semaforo, che, oltre alle batterie e all’impianto, ha visto per tre anni avvicendarsi ogni settimana operai della provincia per la manutenzione dello stesso: quindi fatti tutti i calcoli si arriva a una spesa di circa ventimila euro! Non vi sono cartelli che indichino la ripresa dei lavori o segnalazioni sulla viabilità: corre solo voce che si sia in attesa che l’ARPAT analizzi il materiale scavato e depositato a una cinquantina di metri nel piazzale antistante il parco delle statue stele. Che sia uno scherzo? Dopo tre anni l’iter burocratico si accorge, a lavori iniziati, di questo passaggio? La burocrazia è fatta di uomini come la classe politica, ma chi paga l’accidia, che sta paralizzando vari iter della vita economico-sociale della nostra società! Questa è democrazia o menefreghismo? Per queste pastoie, che si possono risolvere con un po’ di programmazione e di attenzione verso i cittadini, che con le tasse pagano i dipendenti pubblici, c’è chi invoca l’uomo forte, anziché attivare gli strumenti democratici della denuncia, sostenuti da una seria politica di partecipazione.

Corrado Leoni