

Il fatto non è raro: i politici rilasciano dichiarazioni, un giornale le commenta e alla fine… a farne le spese è il giornale stesso, accusato di campagna diffamatoria. È quanto è accaduto nell’ultimo Consiglio comunale. Se non ci fosse da piangere (non c’è altro di più importante da discutere in una assise comunale?), si potrebbe ridere, ma quando ci sono in gioco l’onorabilità e la libertà di opinione, occorre fare qualcosa per ristabilire la verità. Gli articoli di un giornale possono essere senz’altro non condivisi e contestati, ma il modo più adeguato è quello di aprire un confronto sulle sue pagine. Certo, c’è il rischio che qualche persona in più sia portata a leggerlo quel giornale e ciò pare non piacere ad una amministrazione che (forse non solo, ma di certo anche per questo motivo) ha scelto di ignorare qualsiasi opinione a lei contraria espressa da Il Corriere Apuano. Allora, per “sparare” al classico passerotto si decide di usare un cannone e di farlo in una sede istituzionale che “rappresenta l’intera comunità di Pontremoli e ne determina gli indirizzi politico-amministrativi” (art. 9, comma 1 dello Statuto). L’emigrazione, gli anziani, i giovani e il lavoro, le problematiche sociali ed amministrative sono alcuni degli argomenti sui quali il Consiglio dovrebbe essere chiamato a riflettere (art. 9, comma 7), non le opinioni espresse dalla stampa in modi civili e che possono essere contestate altrimenti. Una stampa che, siamo i primi a riconoscerlo, potrà anche sbagliare, ma non muta il commento ai fatti in base al colore delle casacche di coloro che di volta in volta gestiscono la cosa pubblica. Tutto questo “gioco” non esaurisce il concetto di democrazia, ma di certo ne fa parte: è troppo chiedere che “il palazzo” ne prenda atto, evitando, in aggiunta, di dare letture distorte degli articoli in questione? Oppure si pensa di far passare per vittima un’amministrazione che le leggi in vigore rendono (anche giustamente per certi aspetti) in grado di assumere, senza mediazioni, tutti i provvedimenti ritenuti idonei per il buon andamento del Comune in forza di una maggioranza blindata nei numeri? In conclusione: si vuol dare ad intendere che sia Il Corriere Apuano a paralizzare l’attività comunale, obbligando gli amministratori ad esaurire le loro energie in una battaglia all’ultimo respiro contro i suoi articoli diffamatori? (a.r.)