

C’è un lunigianese, tra i giornalisti vincitori del Premio giornalistico Morrione 2016. Nato nel 2011 come sezione televisiva del Premio Ilaria Alpi, il Premio Morrione finanzia la realizzazione di inchieste di giovani under 31 su temi di cronaca nazionale e internazionale. Sul palco della premiazione, a Trento, due settimane fa, è salito il pontremolese Leonardo Filippi.
Studi superiori al Liceo Scientifico “da Vinci” di Villafranca, una laurea in Filosofia a Parma, il proseguimento degli studi a Roma e la scuola di giornalismo “Lelio Basso”, Filippi, assieme ai colleghi Maria Panariello e Maurizio Franco ha vinto l’importante riconoscimento – che è valso la trasmissione del documentario su RaiNews 24 il 21 dicembre – con un lavoro dal titolo “Le catene della distribuzione”. «Il tema dell’inchiesta – racconta Filippi – è il rapporto tra la grande distribuzione organizzata e il sistema dell’agroalimentare in Italia».
L’inchiesta è un viaggio nel mondo dell’ortofrutta, per indagare il fenomeno del caporalato. Gli autori hanno ricostruito l’intricato sistema della filiera agroalimentare, dalla grande distribuzione fino ai campi. «L’uso di manodopera straniera a basso costo, con zero diritti e tutele sindacali – prosegue Filippi – è l’effetto più evidente e scandaloso di un sistema produttivo costretto ad adeguare i suoi processi per accontentare le richieste, in bilico tra il legale e l’illegale, della grande distribuzione». Un’inchiesta di assoluto valore, come spiegano le motivazioni della giuria presieduta da Beppe Giulietti: “per aver illustrato con espressività narrativa il perverso gioco di ruolo tra i grandi marchi della distribuzione e i piccoli e medi produttori.”
La scintilla che ha dato il via all’inchiesta?
«Volevamo parlare in particolare del caporalato, cercando di farlo in un’ottica originale. Il libro, “La danza delle mozzarelle” di Wolf Bukowski edito da Alegre che parlava dello strapotere delle catene della grande distribuzione su un insieme di fornitori molto frammentato, in particolare nel Mezzogiorno, ha rappresentato il nostro punto di partenza. Il documentario è frutto di dodici mesi di studio, incontri e viaggi in lungo e in largo per l’italia».
Nell’immediato futuro, oltre alle collaborazioni giornalistiche in corso con alcune testate nazionali, c’è la promozione del documentario assieme agli altri coautori: «anche a Pontremoli», ipotizza Filippi, che nel paese natio è attivo come presidente dell’associazione culturale Babel), «ma non è esclusa la produzione di un secondo capitolo su un mondo che qualcuno ha definito un sistema “che vive di tangenti, più o meno occulte”».
(Davide Tondani)