
In un periodo di preoccupazione a dare una botta di vita ci ha pensato il commissario Salvo Montalbano, il più amato e seguito, un caso televisivo senza eguali che, trasmesso in sessantacinque Paesi del mondo, ha segnato un record dopo l’altro. Gli ultimi due episodi, andati in onda il 9 e il 10 marzo, gialli ricchi di colpi di scena, hanno rappresentato un importante spartiacque per la serie, nata circa 21 anni fa, per la scomparsa di tre pilastri ad essa legati.
Andrea Camilleri, deceduto il 17 luglio 2019, papà letterario di Montalbano, dalla lingua geniale in quanto il fenomeno Camilleri passa attraverso la sua lingua, un “colpo di genio” com’è stato definito. L’Italia dei dialetti e dell’italiano multiforme è l’habitat di Camilleri che primo pesca nel siciliano eppoi inventa il “camillerese”. Lo scrittore è riuscito ad inserirsi nella varietà linguistica, mettendone in evidenza la straordinaria vitalità capace di attrarre e affascinare amalgamando, con intelligenza e creatività, la letteratura popolare e nazionale, in perfetta linea con il dialetto.
Purtroppo, dopo Camilleri, se ne sono andati il regista e lo scenografo della serie: Alberto Sironi e Luciano Ricceri. Per questo il bravissino attore Luca Zingaretti (Montalbano sono…) ha dovuto assumersi la responsabilità della regia dei suddetti espisodi ricordando la lunga, indelebile “cavalcata” intrisa di momenti che, per sempre, faranno parte della sua vita. Amici e complici nel trasformare il “pregiato materiale letterario in ottimo prodotto televisivo”.
Fu proprio Ricceri a trasformare Vigata da cittadina immaginaria a “borgo familiare e dell’anima” di ogni telespettatore, capace di trasmettere serenità, unita ad un pizzico di pacata malinconia. “Prendere in mano le redini di regista – ha asserito l’attore Zingaretti – è stata un’impresa ciclopica. Non ce l’avrei fatta senza il sostegno dei miei compagni d’avventura. Non è stato facile, non per la fatica, ma pensando alla grandezza e alla competenza di chi mi aveva preceduto. Mi piace solo pensare che, da lassù, sorridano e siano soddisfatti di ciò che abbiamo fatto”.
Camilleri ricordava che è bene uscire, “dalla scena” tra gli applausi e non quando il pubblico è stanco ed annoiato. Anche per questi due ultimi episodi l’entusiasmo e gli applausi non sono scemati e ci auguriamo di rivedere altri film, lungi dal pensare ad un “addio” perché il senso etico di Montalbano è quello vissuto dai nostri nonni e genitori. Un rigore che noi, spesso, annacquiamo, ma per il quale, come ha detto lo stesso protagonista , “non possiamo che provare profonda, tangibile nostalgia”.
i.f.