La sapienza del cuore per leggere i segni dei tempi

41vangeloCercare di comprendere i tempi in cui viviamo è, oltre che una necessità dello spirito, una precisa istanza che ci interpella come cittadini. Fa parte di quella lettura dei segni dei tempi necessaria per affrontare risposte adeguate alle numerose, sempre nuove domande. Un’esigenza che pare, oggi, rivestirsi di particolare urgenza. Abbiamo infatti la sensazione, se pur confusa, di vivere come su un crinale. Su uno spartiacque fra una stagione socio-culturale e l’altra.
Sotto la coltre della cronaca, con tratti indefiniti, occorre comprendere per scegliere il percorso migliore. Comprendere, ma come? Con quali atteggiamenti e quali convinzioni? Quali gli indicatori del cammino ed i riferimenti essenziali? La difficoltà maggiore a procedere nell’intricato labirinto del presente, così gravido di mutamenti, è costituita dal fatto che vi siamo immersi.
Portatori di una “miopia” da ravvicinamento, senza la necessaria distanza critica, si rischia di non vedere o di essere estromessi psicologicamente e razionalmente emarginati. Mai come in questa stagione abbiamo bisogno di profeti che sappiano, con un dono che viene dall’alto, indicare ciò che all’occhio normale non è dato vedere. Profeti capaci di smascherare i meccanismi di morte e di annunciare la vita, che aiutino a declinare nell’oggi la memoria sovversiva e, quindi, creatrice della croce. Profeti che ci aiutino a comprendere con gli occhi di Dio.
Ma Dio distribuisce i suoi doni come e quando vuole. Allora, almeno, facciamo posto all’attività della ricerca sapienziale del cuore. Così, con qualche frammento di verità, potremo metterci nella condizione di aver ragione dello smarrimento, di reagire alla banalità. L’incertezza, infatti, non deve essere vissuta come alibi per tenerci alla periferia, permettendo che atteggiamenti di malessere si infiltrino nei meccanismi profondi dell’emotività, lasciando sedimenti di pessimismo e di sconforto.
La difficoltà può essere valorizzata come invito a non rimanere nei luoghi comuni e a tentare di costruire una mappa orientativa del rapido cambiamento che, per quanto parziale, possa toglierci dalla genericità, approdando ad una coscienza più consapevole e matura.
La Parola di Dio ci salverà se sapremo riscoprire in essa, senza chiusure o atteggiamenti condizionati dall’egoismo, nella familiarità di fede, la logica di Dio. Si tratta di guardare a se stessi, al mondo, alle creature, alla storia… con il cuore di Dio, così come si rivela nell’Incarnazione, per rispondere con serietà, ed anche con fiducia, alla vocazione di “collaboratori” per la costruzione di un nuovo e più sano umanesimo.

(Ivana Fornesi)