

L’associazione Mangia Trekking continua il suo cammino di studio sul territorio lunigianese, tra i territori del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ed il Parco Regionale delle Alpi Apuane. Si tratta di attività che vengono sempre precedute da un ampio studio per conoscere il territorio e le sue caratteristiche. Spesso il riferimento dell’associazione è il giornalista scrittore Carlo Caselli che alla Lunigiana dedicò anche un celebre libro. Così nei giorni scorsi, alcuni amici di Mangia Trekking, mentre si documentavano per mettere a punto una loro proposta per invitare le associazioni, i gruppi e le persone in genere, a visitare la località di Lavornedo a Sassalbo, dove in prossimità di un laghetto, si possono trovare affioranti dal terreno diverse miniature prismatiche di quarzi, hanno avuto una piacevole sorpresa.

Un autorevole studio condotto dall’Università di Bologna in collaborazione a diversi gruppi di Speleologia italiani, relativamente alle origini ed alla morfologia di quel territorio e di quei luoghi, composto di dati e diagrammi, cenni storici, immagini della “Tecchia bianca di Sassalbo”, si riporta anche ad un articolo stampa datato 29 novembre 1930 del quotidiano “Il Telegrafo” dove il Caselli faceva riferimento a Salvatore Ravecca (1606) precursore della speleologia scientifica, ed ad un fenomeno di inabissamento delle acque del torrente dell’Acqua Torbida a seguito di una voragine apertasi proprio a lato di Sassalbo, sul monte Cunella. Un’area carsica idrogeologica ed idrochimica davvero interessante, dove l’associazione con un pizzico di romanticismo, ripensando al “Viandante” a trotto d’asino (Carlo Caselli), propone a tutti una suggestiva escursione al piccolo lago di Lavornedo, affascinante soprattutto in inverno.