
Gelo e neve a chiusura dell’inverno, primavera double face, temporali agostani e la 3 giorni di maltempo di fine ottobre. Febbraio rigido e ventoso contrasta la mitezza di gennaio. Marzo invernale precede i tepori di aprile, poi maggio grigio e umido. Estate dapprima asciutta, ma i temporali di agosto danno sollievo prima del supplemento asciutto di settembre. Tempestoso e piovoso il finale di ottobre con fiumi in piena.
di Maurizio Ratti – responsabile dell’osservatorio


Come la maggior parte dei trenta suoi predecessori (1988-2017), da quando cioè ebbe inizio l’attuale optimum climatico, il 2018 va a posizionarsi nella parte alta della classifica che riguarda l’andamento termico: è stato infatti il terzo anno più caldo, conquistando il podio dove spiccano il 2014 in prima posizione (temperatura media 14,0°C) e il 2015 in seconda a 13,9°C. Segue il 2018, appunto, con 13,8°C. Tale ordine si riferisce a Pontremoli, mentre dando un’occhiata ai resoconti di alcuni osservatori storici, il 2018 si è rivelato l’anno più caldo a Torino, il secondo più caldo a Parma e a Oropa, il terzo a Varese e il quarto a livello mondiale. In Europa, il tepore si è reso palese nelle medie annuali ovunque, ma in Francia, Svizzera, Germania e Austria ha assunto la posizione sovrana spodestando record ancora recenti. Tornando al quadro pontremolese, più rigidi del normale sono stati solo febbraio (scarto -1,4) e marzo (-1,2) con finale d’inverno gelido e avvio di primavera tra neve, vetroghiaccio e poi pioggia e freddo. I restanti mesi, tutti in surplus tranne dicembre quasi allineato alla norma, vanno oltre i canoni e con scarti sensibili, specie aprile (+3,5°C, secondo più tiepido dopo quello del 2007), gennaio (+2,3) e ottobre (+2,3), che si piazza al primo posto superando di misura ottobre 1988 e 2013, settembre (+2,1) e agosto (+2,0). La temperatura media annuale (13,8°C) supera di 1,4°C quella di riferimento del trentennio 1981-2010; hanno contribuito in modo quasi uguale le massime (in eccesso di 1,5°C) e le minime (+1,3°C). I massimi assoluti hanno raggiunto il top, come lo scorso anno, a fine luglio – inizio di agosto (35,8°C il 1° agosto). Il minimo assoluto di -9,6°C, realizzatosi il 28 febbraio, è la temperatura più rigida rilevata in febbraio dal 1991. Notevole pure il dato della temperatura massima più bassa, -1,1°C, realizzatasi tardivamente il 1° marzo. La notte estiva più tiepida, quella del 4 agosto, ha visto una minima attestata a ben 22,4°C, comunque non disagevoli perché ventilati e asciutti. Le precipitazioni presentano i consueti alti e bassi. Più piovosi del normale spiccano marzo e ottobre, ma mentre marzo ha visto precipitazioni lungo tutto il mese, in ottobre si sono concentrate in pochi giorni cadendo sotto forma di nubifragi. Maggio ha proposto una litania di piogge deboli e costanti dopo l’aprile bifronte, piovoso nella prima metà e asciutto nella seconda. Scarsa l’acqua scesa nella prima parte dell’estate, poi agosto è stato scandito da diversi temporali a intervalli regolari. Dopo lo sfogo di fine ottobre, novembre è stato piovoso senza eccessi, salvo il violento temporale nella tarda serata del 23. In dicembre, nelle prime tre settimane, le precipitazioni sono state frequenti e deboli determinando un apporto assai modesto. Il totale annuo, pari a 1745,8 mm, si discosta pochissimo (20 mm in più) dalla norma secolare, e pertanto, avendo presente l’elevata variabilità tipica delle precipitazioni, si può definire un anno ‘da manuale’… con gli immancabili sbilanci mensili che si compensano casualmente fra loro. La frequenza dei giorni con precipitazioni pari o superiori a 1mm tocca quota 120, cioè 13 in più dei 107 attesi. La durata annua complessiva della pioggia (685,5 ore) è in linea con le aspettative.

L’eliofania totale raggiunge 2181,0 ore, che pongono il 2018 nel novero degli anni normali: il dato è coerente con l’indice annuale di nuvolosità, 5,2 decimi in perfetta media quarantennale (max 6,9/10 in marzo, min. 3,5/10 in agosto e settembre). Su base mensile, il soleggiamento si è tenuto su livelli mediocri in marzo e maggio, mentre è stato assai generoso in aprile, settembre e dicembre. Il 20 giugno, alla vigilia del solstizio estivo, il sole ha bruciato la cartina esposta sull’eliofanografo per 13 ore e 18 minuti. Lo stato del cielo vede una statistica finale di 91 giorni sereni, 178 misti e 96 coperti. L’umidità relativa, nella sua media annua (73,7%), è un poco superiore ai canoni climatici nostrani. Mese più umido, insolitamente, appare gennaio; la minore umidità in media mensile spetta ad agosto. I giorni più umidi, l’11 novembre e il 23 dicembre, resi cupi da nubi basse, pioviggine, nebbia e foschie, gli igrometri si sono tenuti in media sul 99%. Nel giorno più asciutto, il 20 marzo, l’umidità relativa si era invece assestata mediamente sul 35%. Il foehn del 27 settembre ha disseccato l’aria in maniera drastica e la punta minima assoluta dell’anno (10%) si è registrata alle h 12:46 di tale giorno. La pressione atmosferica presenta una media annuale inferiore di 1 hPa al livello barico tipico del nostro clima. Il minimo delle medie mensili cade in marzo (straordinariamente depresso) anziché in aprile; il massimo spetta a dicembre anziché a gennaio. I barometri giungono, il mattino del 28 gennaio, fino a 1036,3 hPa, lettura barica più alta dell’anno. Il 29 ottobre, una profonda depressione tocca un minimo di 985,5 hPa poco dopo le ore 15 (pressione più bassa, in ottobre, dal 1984). Alla fine di settembre, d’altro canto, il barometro si è impennato oltre i 1035 hPa, dato eccezionale in esordio di autunno. Il vento ha una media annuale della velocità (7,2 km/h) coerente con la climatologia venticinquennale. Dicembre conquista la palma di mese meno ventilato dell’anno, mentre spetta a febbraio la qualifica di mese più agitato. Le velocità massime istantanee si registrano durante il più violento dei temporali del travagliato 29 ottobre: una raffica, alle ore 15:20, fa registrare all’anemometro 88 km/h. La velocità massima oraria più elevata è dello stesso giorno, ma in ore serali, sotto la spinta di un veemente libeccio. Giorni più ventosi, 1° e 21 marzo pari merito con velocità media di 22,7 km/h. Il 16 febbraio, il 3 e il 28 dicembre si distinguono come giorni più calmi (velocità media del vento 0,7 km/h). Si contano 44 giorni con vento forte e 19 di calma (velocità media <2 km/h). Infine, ecco la frequenza dei diversi fenomeni osservati durante il 2018. La neve ha coperto di bianco il suolo per 4 giorni, fino al 3 marzo, dopo essere scesa (11 cm) fioccando dalle ore serali del 28 febbraio fino al mattino del 1° marzo, giorno in cui alla neve è subentrata, la sera, l’insidiosa pioggia congelantesi, i cui effetti hanno avuto termine nelle ore centrali del giorno 2. Il 2018 è stato un anno temporalesco: 38 eventi si sono distribuiti nelle quattro stagioni con massimo in estate (6 in luglio e 6 in agosto) e a metà autunno (8 in ottobre). Tre in tutto e deboli gli episodi di grandine (13 e 30 marzo, 29 ottobre). La nebbia è comparsa in 18 giorni, con massimo di 7 in novembre. I giorni con gelo sono stati 52 (di cui tre senza disgelo per le Tmax anch’esse <0°C) e 45 quelli con brina.
