
Il racconto primo classificato.
Un libro antico cade dalla libreria; nei miei sogni sto sfogliando le sue pagine, granelli di polvere si librano nell’aria, creando un’atmosfera magica ed il Natale inizia come per incanto
Il concorso Racconto di Natale
Si è svolta lunedì 17, al Cinema Manzoni di Pontremoli, la cerimonia di premiazione del concorso Racconto di Natale organizzato dall’I.I.S. “Belmesseri” di Pontremoli.
All’iniziativa hanno partecipato le classi prime delle sedi di Pontremoli e di Villafranca del “Belmesseri”, la classe III dell’ I. C. “Baracchini” di Villafranca, le classi III delle sedi di Pontremoli e di Filattiera dell’I. C. “Ferrari”, la classe III dell’ I. C. “Quartieri” di Bagnone, la classe III dell’ I. C. “Alighieri” di Aulla, e la classe III della sezione di Berceto dell’I. C. “Malerba” di Fornovo.
Degli alunni classificati ai primi tre posti si possono leggere i nomi e i racconti in queste pagine; sono inoltre stati premiati con una menzione Aurora Vignali (Medie Villafranca), Barbieri Giorgia (Medie Bagnone), Giulia Luisi (“Belmesseri” Pontremoli), Andrea Arrighi e Filippo Lippi (Medie Pontremoli).
Una piccola luce soffusa di una candela, dal sapore antico, illumina la mia cameretta, nelle fredde sere d’inverno, riscaldando il mio cuore nostalgico per i tempi che furono… la magia del Natale risveglia in me gioie infinite, dipingendo scenari fiabeschi. Ed io appollaiata sulla sedia, di fronte alla finestra, fissando il cielo stellato, spazio con la fantasia di stella in stella, in cerca di un mondo incantato, sognando un Natale colmo di elfi, gufetti e del mitico Babbo Natale.
Ma la stanchezza della giornata sta per assalirmi, tanto da farmi chiudere gli occhi e proprio in quel momento, senza sapere se sia realtà o fantasia, un libro antico cade dalla libreria. E mentre nei miei sogni sto sfogliando le pagine del libro, granelli di polvere si librano nell’aria, creando un’atmosfera magica ed il Natale inizia come per incanto.
Ogni pagina di questo grande libro racconta un Natale di epoche diverse ed io, attraverso i miei sogni, mi ritrovo in una stazione e senza pensarci salgo su di un treno magico, dove i fanali sembrano piccoli occhi e la ciminiera si arriccia come un grosso naso.
Ma non ho paura; salgo a bordo e parto, per fare il giro del mondo in epoche diverse, dove ogni stazione segna un tempo di vita diverso. Il treno sembra non fermarsi mai, ma ecco un ometto simpatico con la barba bianca ed un promontorio tra il collo ed i pantaloni, con un buffo vestito rosso e un paio di scarponi neri ai piedi, che si siede proprio nel mio vagone.
Io, impaurita, mi sposto verso il finestrino del treno; ad un certo punto costui esclama: “Tenetevi forte ed ammirate la prima stazione degli anni 40-50-60. In questo viaggio si può vedere la magia del Natale, ma anche le difficoltà del vivere quotidiano. Vi farò vedere com’è cambiata la vita negli anni e come più ci avviciniamo al progresso, più il mondo è difficile da abitare, più l’umanità va scemando più il male, l’odio, il razzismo diventano i mali indelebili della società. Ecco perché feste come il Natale hanno il compito di essere la medicina per curare questi mali. Quindi, attraverso questa prima stazione, vedrete anni dove la gente è molto povera di denaro e vizi, ma, credetemi, è molto ricca di altruismo e amore. Qui tutti si aiutano; guardate attorno a quell’albero di Natale: tutti i bambini allegramente cantano cori natalizi, le chiese sono ricolme di persone, dentro quella casa, una famiglia sta festeggiando il Natale tutta unita, genitori e figli parlano dei problemi che incontrano durante il cammino della loro vita e, soprattutto, non hanno il televisore acceso mentre cenano, per far sì che esso non interrompa la loro intimità familiare. Negli occhi di quei bambini si può leggere il rispetto e l’amore che hanno per i loro genitori, a differenza dei giorni nostri dove tutto è dovuto.”
Nel frattempo il treno riparte veloce, lasciando alle sue spalle una scia di piccole stelle luminose. Colline, montagne, deserti, oceani… finalmente il treno si ferma alla seconda stazione. Il cartello in legno, addobbato per le feste natalizie, indica stazione anni 70-80-90. L’epoca dei miei genitori, un’epoca migliore rispetto alla precedente, dove la povertà economica c’è solo per poche persone e dove si assiste ad una profonda innovazione tecnologica.
Il goffo signore esclama: “Signorina questi sono anni meno poveri ma anche meno ricchi di altruismo e amore, le persone lavorano freneticamente, pensando solo alla carriera, al potere, alla supremazia sugli altri e questo non va bene; nemmeno l’atmosfera natalizia riesce a placare la loro frenesia. Guarda quei genitori con i figli: comprano gli alberi di Natale e gli addobbi nei supermercati. Ricordati che la tradizione del Natale prevede di cercare l’albero in foresta e fare gli addobbi artigianalmente”.
Il signore scrolla la testa ed esclama: “Questo mondo proprio non va”. Il treno riparte più veloce della luce, il viaggio viene allietato da musiche divertenti, dal fischiettio di piccoli gufi e anatre, dalla visione di piccoli asinelli che scodinzolando simulano il suono di un violino magico… insomma, un vero e proprio mondo magico, ma molto strano. Il treno va sempre più forte fino ad arrivare all’ultima stazione.
Grosse insegne luminose indicano gli anni 2000-2018, la stazione dei giorni nostri. Il vecchio signore mi dice: “In quest’ultima stazione ci fermeremo un po’ di più, perché qui la gente è veramente povera, non di denaro, ma di amore, calore e altruismo”.
Poi il signore mi prende per mano e mi dice: “Stringila forte e guarda”. Ci ritroviamo catapultati in una qualsiasi città del mondo, dove urla, violenza, stupri, rapine, omicidi tengono nell’oscurità la magica atmosfera del Natale. Rimango senza fiato perché tutto questo non mi piace, mi fa vergognare della razza umana; dentro di me penso che il Natale c’è anche qui, ma è povero di dignità e ricco di violenza e odio. In quel momento chiedo aiuto ed il signore dalla barba bianca mi dice: “Vieni con me, ti porto in un posto dove troverai le risposte alla tue domande e pace nei tuoi pensieri”.
Ed ecco che ora passando di nuvola in nuvola e di stella in stella, arriviamo davanti ad un grosso ospedale, dove sono ricoverati bambini molto malati. Il signore goffo e strano mi dice: “Qui troverai la vera essenza del Natale”. In quel momento capisco che il signore ha ragione; finalmente ho capito che il rispetto, l’altruismo verso gli altri è molto importante.
Mentre le lacrime scappano dai miei occhi, io penso che tutti noi dobbiamo imparare a fermarci un attimo per pensare anche agli altri non sempre fortunati come noi. Ed ecco che il signore svanisce nel nulla, i miei occhi si aprono ed io mi risveglio dal sogno del Natale. La luce soffusa della candela sfavilla ed un vecchio libro, tutto impolverato, cade dalla libreria. Nella copertina vi è un signore goffo, con una barba bianca ed un promontorio tra il collo ed i pantaloni, che sorride.
Nel libro, in prima pagina, c’è scritto: “Auguri di Buon Natale… che tutti, in questi giorni, siano più altruisti e meno egoisti”. Santa Claus.
Sara Verni
Classe 3a A Scuola media Bagnone