
Preoccupazione per i furti diffusi nei paesi. I progetti dell’Amministrazione fivizzanese

Sembrano finiti i tempi – ormai è diventato un luogo comune – in cui le persone uscivano di casa per andare nei campi o fare la spesa lasciando la chiave sulla porta. Non passava neanche per la mente che qualcuno potesse entrare a rubare. E, poi, che cosa si poteva portar via? Non c’erano, certo, oggetti o tesoretti che potessero attrarre dei ladri. È vero, anche, che i paesi erano molto abitati e che gran parte della vita quotidiana si svolgeva nella strada, per andare ad attingere acqua alla fontana, per rifornirsi di legna, per recarsi alla bottega di alimentari, per scambiare quattro chiacchiere con i vicini, per portare l’impasto al pollaio…. Si può dire che esisteva un “controllo di vicinato” spontaneo, non istituzionalizzato ma sicuramente efficace, nel caso si presentasse qualche improbabile malintenzionato. Nei centri più grandi, inoltre, c’erano le stazioni dei carabinieri, che, a partire dal maresciallo, costruivano relazioni con tutti i paesani, anche con i residenti nei borghi vicini, spesso raggiunti in bicicletta o a piedi. Si avvertiva, insomma, la sensazione di vivere in una comunità protetta, sicura, pronta all’aiuto reciproco. Tutto questo modo di vivere è scomparso. Lo dicono tutti e può constatarlo chi è vissuto e vive nei numerosi paesi del fivizzanese. Oggi si contano sulle dita, ad esempio, quelli che hanno ancora la presenza di una bottega di alimentari: non meriterebbero un “premio” con agevolazioni sulle varie tassazioni per il servizio che rendono?. Ora vi arrivano i camioncini con tutto il necessario per far da mangiare; i rappresentanti delle varie ditte di surgelati bussano addirittura alle porte e servono a domicilio la merce. È difficile, quindi, che le persone escano, avendo dentro casa tutte le comodità per passare e organizzare il tempo, trattandosi in genere di anziani, che sono la maggioranza della popolazione. Spesso, però, sono loro il bersaglio di ladri e truffatori, che si presentano sotto mentite spoglie e con gli stratagemmi dialettici più raffinati riescono a raggirarli e ad alleggerirli di denaro o di oggetti preziosi.

A danno degli adulti le ruberie avvengono quando sono al lavoro e le loro case rimangono incustodite. In questi ultimi mesi sono stati registrati molti furti, per la maggior parte concentrati nel nucleo di Cresciano, che si trova in collina lungo la strada che da Monzone porta a Mezzana. Tra le vittime anche il giovane parroco della Valle del Lucido. Altre ruberie sono avvenute a Moncigoli, ad Agnino, a Fivizzano e in altri paesi. Il fatto più clamoroso è stato senz’altro l’attacco al Bancomat di Gragnola, fatto saltare, alle quattro del mattino, con una carica di tritolo. L’esplosione ha svegliato tutto il paese e, per fortuna, non ha arrecato danni alle persone. Una signora, affacciatasi alla finestra, per aver avvertito dei rumori inconsueti, è stata “consigliata”, dopo aver chiesto ai tre incappucciati cosa stessero combinando, di ritirarsi al più presto. Non si conosce l’entità del bottino e non si hanno notizie dei ladri, la cui auto è stata ritrovata a pochi chilometri di distanza, nel paese di Fazzano, dove, evidentemente, li attendeva un altro mezzo. Queste vicende stanno suscitando apprensione nella popolazione. In molti cercano di difendersi in proprio, dotando le loro abitazioni di impianti di allarme. Un po’ tutti chiedono l’intervento dell’Amministrazione attraverso telecamere in punti strategici del territorio. Anche le opposizioni consigliari hanno richiamato l’attenzione su queste problematiche, ma il sindaco Paolo Grassi tiene a far sapere che la Giunta, già da vari mesi, ha provveduto ad approvare un progetto di controllo del territorio del costo di 30.000 euro, in parte finanziati dalla Regione. “Sarà un intervento ‘espansivo’ – dichiara – in quanto dal capoluogo sarà via via esteso a tutto il comune. Una centralina, dalla sede della Polizia locale, avrà sotto controllo i luoghi di possibile fuga e più esposti a rischio di rapina. Il collegamento sarà garantito da un’antenna posta sui monti sovrastanti Turano. Per l’avvio dei lavori manca solo l’autorizzazione della Prefettura, che è prevista a breve”.
Andreino Fabiani