Dopo la bonifica del sito palleronese ci sono tre progetti di riutilizzo
è uno dei tanti “ecomostri” che emergono in quelle aree industriali accomunate dal prefisso “ex” a significare un sito produttivo in disuso ed abbandonato del quale nessuno nel corso degli anni è riuscito ad evitare il degrado. Si parla, in questo caso, dell’area della Colombera, alle porte della frazione aullese di Pallerone, dove si trova ciò che resta della ex (appunto!) Cjmeco. Un’area di circa 165 mila metri quadrati per la quale sono arrivate recentemente tre proposte di recupero, dopo che, nei mesi scorsi, è stato avviato un percorso di valorizzazione con un importante intervento di bonifica dall’amianto (si parla di 273 tonnellate di materiale friabile e 120 tonnellate di compatto) e di messa in sicurezza del sito. Nello stesso tempo si è aperto un percorso per individuare e condividere nuove destinazioni d’uso per questo spazio, in modo da poterne avviare la trasformazione da un luogo dismesso a una nuova opportunità di sviluppo economico e sociale per il territorio.

Si è così arrivati a queste tre proposte che il sindaco di Aulla, Roberto Valettini, è andato a visionare presso gli uffici del Demanio di Firenze (proprietario dell’area), assieme alla capogruppo consiliare di opposizione di “Idee in Comune”, Maria Grazia Lombardi. I soggetti che hanno espresso interesse per la riqualificazione dell’area sono i seguenti: un operatore privato che ha presentato un progetto per la realizzazione di un data center per la Pubblica Amministrazione e private global datacenter; un secondo operatore privato che ha illustrato l’ipotesi di creare un atelier d’arte di pittura e scultura con sede di associazioni culturali; infine il terzo, una società privata, ha proposto la costruzione di un impianto industriale per il trattamento di grandi quantità di rifiuti e la gestione anaerobica ad alta efficienza per la produzione di biometano. Il rappresentante della società che avanza questa proposta conosce il sito, perché aveva già avuto rapporti con la ditta Cjmeco. Ora il sindaco (che ringrazia l’ente per il lavoro svolto) ha chiesto al Demanio di produrre (il tempo previsto è di circa 30 giorni), approfondimenti sui tempi, i percorsi e i costi di ciascun progetto. Nel frattempo, però, un’idea il primo cittadino se l’è già fatta e la sua preferenza pare pendere verso l’ipotesi, portata avanti da una ditta locale, di creare un data center. Non nasconde le sue perplessità sull’impianto di trattamento rifiuti visto anche “il nervo scoperto che esiste sulla vicenda della ditta Costa”.

Mentre sull’atelier è più possibilista: “Si tratta anche in questo caso di un artista del posto che stimo ed ammiro. Credo che però si possa valutare l’ipotesi di far convivere le due realtà (data center e atelier) visto che lo spazio a disposizione è davvero notevole”. Il sindaco rivendica poi come “per un’area abbandonata e degradata si stia riuscendo non solo nel recupero, ma anche a valorizzarla creando lavoro”.
Prudente, intanto, la capogruppo di minoranza Lombardi: “Nei confronti dell’impianto di trattamento dei rifiuti, il sindaco ha assunto una forte posizione cautelativa sia per Pallerone che per il resto del territorio. È una posizione che dovrà mantenere, sempre, con atti e documenti inequivocabili, riguardanti la pianificazione del territorio e il piano strutturale intercomunale, impedendo ad enti verticali, con i quali ha sempre dichiarato di avere significative conoscenze, come Regione e ATO e, ancor prima, Unione di Comuni, di venire ad imporre decisioni a casa sua-nostra. In parole semplici, non vorremo mai sentire dire: io dissento ma sono obbligato dall’alto”. (r.s.)