
Le buone esperienze educative tra scuola e famiglia
I principi esposti dal politico e giureconsulto romano Ulpiano (170-228) – “questi sono i precetti del diritto: vivere onestamente, non offendere gli altri, dare a ciascuno il suo” – possono essere trasferiti dalla convivenza civile alla vita scolastica, per diventare punto di riferimento nella normale e quotidiana prassi didattico-educativa? Devono essere, perché, come ha rimarcato il consigliere nazionale emerito Pierangelo Coltelli, nell’introdurre i lavori del convegno organizzato dall’UCIIM ad Aulla, nella Sala Tobagi, il 23 febbraio, essi “corrispondono ai principi di equità e di uguaglianza della nostra Costituzione. Tutte le scuole, di ogni ordine e grado, dagli asili nido ai licei, devono promuovere l’inclusione e rendere possibile il diritto formativo di ognuno”.
Su questi temi si è sviluppata la riflessione del seminario “Buone esperienze educative tra Scuola e Famiglia a favore del diritto formativo”, iniziativa promossa dalle sezioni UCIIM e Pontremoli. All’incontro erano presenti la consigliera nazionale Patrizia Zito, la presidente RTS Silvia Bennati, la vicepresidente regionale Lorella Vannoni.
Il primo intervento – dal poetico titolo “Ascoltare i sussurri, osservare gli attimi” – rivolto ad una assemblea di circa 150 insegnanti, presente anche qualche genitore, è stato di Simonetta Michelotti. L’insegnante della Scuola dell’Infanzia ha illustrato i riferimenti legislativi in relazione al sistema di educazione ed istruzione dalla nascita a 6 anni e le modalità di osservazione – con griglie o giochi – per rilevare “atipie di comportamento e apprendimento” e i bisogni educativi dei bambini, per adottare opportuni interventi, in collaborazione con le famiglie, onde evitare eventuali danni. I bisogni educativi di una classe sono tanti quanti gli alunni e il bravo-competente insegnante sa come affrontarli cogliendo e interpretando le parole, anche solo sussurrate, dei suoi bambini-alunni. I tanti problemi che possono emergere in una classe possono essere affrontati con le buone pratiche didattiche, “favorendo l’inclusione e la condivisione”, come ha dimostrato la relazione della maestra Grazia Lombardi, utilizzando la metafora di una classe fotografata non in forma statica, ma dinamica, dove ogni alunno esprime un particolare bisogno.
Ma che cos’è l’inclusione? Ha a che fare con il tema – “Unicuiquesuum” – affidato al dottor Raffaele Ciambrone, alto dirigente del MIUR, già docente, autore di testi fondamentali sull’argomento. È la “ piena partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti, ognuno con i propri bisogni, anche speciali. È un processo, una cornice in cui gli alunni, a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine etnica e culturale, possono essere ugualmente valorizzati e forniti di uguale opportunità”. Non più, quindi, classi speciali, non più aule per alunni disabili, non più insegnanti standard per alunni standard, ma percorsi personalizzati e individualizzati. Perché questo avvenga occorrono insegnanti sempre più preparati a cui affidare “l’assoluto primato nella dimensione educativa”. Un modello di sperimentazione, anche oraria del tempo scuola, avviato anche negli I. C. “Ferrari” e “Tifoni” di Pontremoli, diretti dalla prof.ssa Maria Grazia Ricci.
Va dato merito all’UCIIM di aver organizzato un evento scolastico di alto livello e di grande utilità per gli insegnanti. In apertura sono intervenuti il sindaco di Aulla Roberto Valettini, la dirigente scolastica Paola Speranza; la conclusione è stata affidata al prof. Luigi Sebastiani, dirigente tecnico presso l’Ufficio scolastico regionale. Molto partecipato il dibattito sulle relazioni presentate. Andreino Fabiani