
Maggioranza e minoranza dei Democratici garantiscono il sostegno al candidato designato da Renzi

Nel giro di pochi giorni il PD pontremolese è stato scosso da due fatti di notevole portata. Uno di minore impatto, anche se tradizionalmente i rinnovi degli organi direttivi portano con sé tensioni tra le diverse anime chiamate a conquistare il controllo del partito.

È quanto è successo alla fine di gennaio, con le votazioni per l’elezione del segretario, nelle quali si sono confrontati Francesco Mazzoni, risultato poi vincitore, e Antonio Tondani. Neanche il tempo di celebrare o consolarsi per il risultato e la vera e propria notizia dirompente è venuta direttamente dal PD nazionale, con Renzi che ha deciso di candidare il sottosegretario alla Giustizia uscente Cosimo Maria Ferri, garantendogli la sicura presenza nel Parlamento che uscirà dalle politiche del 4 marzo. Inutile stare a spiegare l’attributo ‘dirompente’ legato a quella candidatura: la storia recente della politica locale e nazionale lo fa già in modo più che sufficiente.

Dalla parte del candidato – “mi sono candidato per testimoniare il buon lavoro fatto dal governo e le buone leggi approvate oltre che per rappresentare il mio territorio. Votare la coalizione significa sostenere ciascuno di noi e, una volta tanto, mettendo insieme e premiando le forze migliori del mondo progressista” – non ci sono dubbi circa la bontà della scelta, confermata dalle dichiarazioni dal fratello Jacopo, militante in Forza Italia. Come riportato dalla stampa locale, alla presentazione del candidato di centrodestra al Senato ha dichiarato che “alla Camera, per amore e per affetto, voterò per mio fratello Cosimo, persona in gamba”. Una dichiarazione che ha sollevato le proteste dei candidati del centrodestra alla Camera che hanno espresso il loro “sconcerto per le dichiarazioni di Jacopo Ferri, che ha preso una posizione inammissibile circa l’espressione di voto”. Questa lunga premessa la dice lunga sui “malesseri” cui sono destinati gli elettori – sicuramente i pontremolesi, ma anche i lunigianesi – di entrambi gli schieramenti in merito a scelte di voto che potrebbero essere in contrasto con quelle storicamente operate nelle precedenti competizioni elettorali. Di certo non possono dormire sonni tranquilli gli esponenti di spicco del PD pontremolese. Le votazioni di cui sopra hanno portato ad una distinzione – non si sa quanto profonda e destinata a durare – tra la maggioranza raccolta attorno a Mazzoni e la minoranza che fa riferimento a Tondani.

Ciò ha già dato origine a due distinti comunicati in merito alla candidatura di Cosimo Ferri i cui contenuti ci sono stati confermati e resi espliciti dai due esponenti PD. Nessuno dei due mette in discussione il sostegno al candidato: con maggiori distinguo sulla candidatura in sé da parte del neo segretario che dà l’impressione – ma non per esplicita dichiarazione – di avere sul fatto qualche riserva in più. Dove i due si distanziano in modo più esplicito è sulle conseguenze a breve termine dell’ingresso del sottosegretario uscente tra i parlamentari PD. Tondani, a nome di Praticamente Democratici, pur chiedendo al candidato “un passaggio con la platea del centro sinistra per spiegare il suo progetto politico, le sue priorità e anche le motivazioni della sua scelta e dell’avvicinamento al nostro partito”, riconosce che lo stesso è “persona capace” e “può contribuire a ribaltare le previsioni sui risultati nel collegio”; essendo il candidato locale del PD, “non si può pensare di non collaborare con lui”. Mazzoni, da parte sua, parla di trasformare in “opportunità” un fatto che può essere definito fuori dagli schemi abituali: “È il candidato del PD e sarà sostenuto”. Nel contempo, però, dichiara che a livello comunale “il PD non cambierà nell’opposizione ferma all’Amministrazione Baracchini” – che vede Jacopo Ferri capogruppo di maggioranza [ndr] – e assicura che “c’è la forza politica per farlo”. Poco o niente si può dire sul futuro rappresentato dalle prossime comunali. Il 2021 è ancora troppo lontano ma, precisa Mazzoni, “eventuali sviluppi non potranno prescindere dal mantenimento di certi punti programmatici”.