Recuperata la fontana della sorgente di Canaletto

Un regalo di tre teneranesi doc al loro paese. Un esempio da imitare anche dalle istituzioni

Fivizzano-panorama_da_SS_63La vicenda delle trivellazioni esplorative di Pontevecchio ha riportato all’attualità la storia della “sorgente ritrovata” di Canaletto di Tenerano. Tre teneranesi doc – Marino Giorgi, Giuliano Rossi, già attaccante alla Meroni del Monzone il primo, elegante ma deciso difensore dopo essere stato portiere il secondo, insieme al loro amico Mauro Giananti – la scorsa estate si sono resi protagonisti di una iniziativa di alto valore civico e di attaccamento al proprio paese, ma soprattutto esemplare per chi opera nelle istituzioni, specialmente, in questo caso, in Gaia. I tre amici hanno avuto la bella idea di recuperare una vecchia sorgente, un tempo utilizzata dagli abitanti del paese, ma da decenni abbandonata a se stessa, lasciata a scorrere nel terreno e a perdersi. Appartenendo a quella categoria di pensionati che sanno fare di tutto, hanno intubato l’acqua, riportandola ad essere fontana e a zampillare nel lavatoio-abbeveratoio rimesso a nuovo. All’inaugurazione era presente tutto il paese, insieme ai vecchi abitanti ritornati da ogni dove per l’occasione, alle autorità comunali, al parroco. Ora l’acqua, risultata “buona” alla luce delle analisi di legge, è utilizzata, da chi vuole, per essere messa in tavola e per le varie necessità domestiche. Che cosa fa ritenere un esempio da imitare il lavoro che hanno fatto i tre, due dei quali non abitano a Tenerano mentre il terzo vi è tornato da poco? Innanzitutto assume un significato identitario di una comunità che si ritrova intorno ad un prezioso bene -simbolo del paese, perciò da custodire. Poi rappresenta un modo corretto di operare nel rapporto col territorio: quante, infatti, sono le sorgenti non conosciute dalle istituzioni, ma ben note agli abitanti dei piccoli paesi? Perché i tecnici di Gaia non ricercano queste testimonianze, prima di prendere decisioni e prima che le ultime scompaiano… per anzianità? Quante ne hanno indicate le persone presenti alle assemblee di Cecina! Perché, inoltre, non programmare interventi sulle vecchie tubature, ben sapendo che non possono essere né semplici né a breve termine – l’acquedotto di Fosdinovo, ad esempio, è di ben 100 chilometri -? I tre ingegnosi amici di Tenerano hanno preferito al bar il recupero di un angolo del loro paese, mandando a dire a chi di dovere, anche senza volerlo, che possono esistere tante possibilità, in alcune località, per rimpinguare i nostri acquedotti. Se poi non se ne trovano, allora nessuno potrebbe negare a chi ne ha bisogno anche quella di Pontevecchio. Andreino Fabiani