
A Giucano di Fosdinovo: un edificio dell’inizio del Trecento

Nel luglio 2022 dalle colonne di questa testata annunciavamo una notizia inattesa ed ai limiti dell’insperabile: l’avvicinarsi del recupero della chiesa della Burlanda (conosciuta come “Santa Burlanda” nonostante non sia una Santa bensì un toponimo locale), piccolo edificio sacro ormai diroccato all’interno del piccolo cimitero di Giucano, nel territorio del comune di Fosdinovo. “Viti e olivi si mescolano ai piedi di un suggestivo campanile a vela di epoca medioevale, la chiesa che lo sorregge forse un tempo era un convento femminile e Santa Burlanda una donna scherzosa che passo lì la sua vita”: innegabilmente una burla, quest’ultima affermazione riportata nell’internet al riguardo di un personaggio mi esistito. Ora da alcune settimane sono finalmente iniziati i lavori, apprezzabili da chiunque si rechi in visita presso il cimitero. Il giovane don Emanuele Borserini, che negli ultimi tre anni ha guidato l’Unità Pastorale di Fosdinovo ed è appena stato trasferito ad altro incarico pastorale, ha saputo raggiungere questo importante obiettivo per il territorio con la partecipazione al bando “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”, configurato nel PNRR-M1C3-2.2, un progetto collegato inoltre alla più ampia iniziativa presentata dal comune di Fosdinovo “Attrattività dei borghi storici. Progetto locale di rigenerazione culturale e sociale”.

L’edificio sacro era originariamente intitolato ai Santi Fabiano e Sebastiano, titolo poi passato all’odierna Chiesa parrocchiale di Giucano, sita nel borgo. Le prime notizie sono antecedenti al 1304, secondo quanto attesta un’iscrizione del 1777. Pur essendo stata consacrata, secondo alcune fonti, nel 1300, non compariva nelle decime del 1303 ma soltanto negli Estimi del 1470-71 quale dipendenza del Capitolo di Sarzana. In origine era invece soggetta alla chiesa di San Lorenzo di Paghezzana dalla quale in epoca non precisata fu smembrata. I tecnici che hanno seguito la pratica amministrativa per il finanziamento hanno delineato la qualità del bene da recuperare e l’urgenza di intervenire prima che il trascorrere del tempo rendesse vano ogni sforzo: “Si tratta di una pregevole cappella rurale realizzata agli inizi del secolo XIV e caratterizzata da un alto campanile a vela con quattro celle campanarie (oggi ridotte a due) presente sulla facciata. L’edificio ad aula rettangolare con doppia falda è composto da una tipica struttura muraria in pietra a faccia vista a filaretto. Il contesto al quale appartiene la chiesa è di carattere rurale, così come ancora oggi documentato dagli elaborati urbanistici. Negli anni, attorno alla Chiesa, si è formata una piccola area cimiteriale impreziosita da lapidi. L’immobile è parte integrante del paesaggio rurale dell’entroterra lunense caratterizzato da secolari coltivazioni specializzate quali uliveti e vigneti. La Chiesa è stata nel medioevo importante riferimento delle comunità locali distribuite negli abitati sparsi. La copertura ha un cedimento nella zona centrale della navata ed è ormai prossima al collasso strutturale. La vegetazione infestante copre gran parte dell’interno e dell’esterno e attraverso la propagazione degli apparati radicali minaccia la stabilità dell’edificio”. Non resta che attendere il completamento dell’opera, che si auspica non tardare.
Don Fabio Arduino