La testimonianza dei ragazzi “è come una seconda famiglia”
Quest’anno, dal 6 al 13 luglio, fra le colline emiliane di Langhirano, più precisamente intorno all’altura dov’era situato l’antico castello di Castrignano, si è svolto il cinquantacinquesimo campeggio organizzato da alcune parrocchie del Vicariato di Villafranca guidate dal diacono Edamo Barbieri. Ad accompagnare i ragazzi, il vicario di Villafranca, Don Mario Arenare, che, oltre alle confessioni e alla Messa quotidiana, ha dato il suo contributo in cucina; sono stati presenti anche Don Giovanni Barbieri, che è rimasto per un più breve periodo, e Don Antonio Costantino Pietrocola che, assieme al parroco locale, ha celebrato le confessioni. Il tema principale della settimana era Jumanji che ha permesso di far riflettere sia grandi che piccoli attraverso vari incontri formativi: uno degli argomenti affrontati erano le maschere, ossia quelle che indossiamo tutti i giorni in base al contesto o alle persone con cui ci rapportiamo.
La giornata iniziava con la nota canzone “Al chiaror del mattin” che svegliava i ragazzi, dopodiché le varie squadre dovevano radunarsi per l’alzabandiera, la preghiera e la tanto odiata ginnastica. In seguito, dopo la colazione, iniziavano le attività della giornata che potevano essere: marce, per l’esplorazione del luogo; servizi, come pulizia interna ed esterna, liturgia, cioè la preparazione della messa e delle preghiere dei fedeli, oppure cucina, cioè apparecchiare, servire a tavola durante i pasti e sparecchiare. L’ultimo servizio era dedicato al lavoro di squadra durante il quale le squadre stesse si dovevano occupare di creare una sorta di telegiornale che doveva riportare i fatti avvenuti in campeggio provando a far divertire le altre squadre e allo stesso tempo cercare di accaparrarsi più punti possibili. Infatti durante tutta la settimana era in corso una competizione dove ogni team aveva l’obbiettivo di accumulare più punti degli altri: i punti si potevano ottenere in base al modo in cui si svolgevano i servizi, se si vincevano i giochi, se si svolgevano attività extra, se si arrivava in tempo alle adunate con il foulard della proprio squadra e se si faceva una buona ginnastica la mattina.
I principi fondamentali del campeggio rimangono la fratellanza e l’amicizia che si instaurano fra animatori e fra i più piccoli; sono molto importanti la collaborazione nella squadra, la crescita che ognuno innegabilmente persegue, l’opportunità per i ragazzi di imparare e di adattarsi ad un ambiente diverso dalla loro casa e lontano dai genitori ma ovviamente anche la competizione, per portare a casa la vittoria. In campeggio, non mancano divertimento, svago e tempo libero dove tutti hanno un momento ricreativo: chi gioca a palla o chi suona e canta in compagnia vivendo momenti di gioia. Il martedì della settimana siamo partiti per due camminate diverse, una corta ed una lunga con mete diverse: i più grandi nella camminata lunga hanno visitato il castello di Torrechiara, luogo turistico e storico, invece i più piccoli nella camminata corta sono arrivati fino alla cima del monte Sporno. Il successo del campeggio è dovuto all’insieme di tutti: bambini, che portano gioia e varietà; i ragazzi, che insegnano e imparano allo stesso tempo e infine gli adulti e i più anziani, che aiutano le generazioni postere a crescere al meglio.