Luglio si congeda in assetto torrido

La domanda che ci eravamo posti la scorsa settimana (in questo luglio e nell’estate in generale, si può parlare o no di ondata di caldo?), formulata alla luce della crescente calura estiva degli ultimi anni e, quindi, di un livello termico mediamente più alto rispetto ad un tempo, ha oggi una risposta: sì, è corretto parlare di anomalìa.
Le temperature di queste giornate che stanno chiudendo il mese di luglio sono, infatti, di alcuni gradi superiori alla norma, specialmente nei valori massimi. Salvo eventi catastrofici climalteranti imprevedibili, inopinati ed esogeni, che sarà bene neppure evocare, tutto porta a concludere che ci si dovrà abituare a convivere con stagioni estive più ardenti e prolungate.
Nonostante scenari del genere fossero stati descritti e ritenuti possibili già alcuni decenni fa, si stenta a capacitarsi dell’incalzante ritmo con cui va prendendo campo il riscaldamento globale.
Poiché le prime rilevazioni delle temperature, in alcune città sia italiane che straniere, risalgono anche a più di tre secoli fa, e quelle sistematiche e più facilmente confrontabili con le attuali fino a 150 anni or sono, è palese lo scarto che si è andato a creare con le epoche passate.
Ancora di più, colpisce il fatto che i cicli di alti e bassi ripetutisi dal Settecento ad oggi siano ormai stravolti da una accelerazione del riscaldamento del clima, già in atto da circa quarant’anni, ma che non ha esempi di intensità come lo si è vissuto nell’ultimo decennio. Tornando alla sola settimana di cui si deve stendere un breve resoconto, si parte da martedì 23, data in cui si è verificata la precipitazione più consistente di questo luglio scarso di idrometeore.
Il classico temporale pomeridiano, insorto dapprima sul crinale appenninico tra il Lagastrello e il Cerreto (infatti i due valichi, insieme ai sottostanti paesi di Comano e di Sassalbo hanno ricevuto i maggiori apporti, fino a 25-30 mm), è stato seguìto da un secondo evento sviluppatosi tra Zerasco e Mulazzese e venuto poi a beneficare Pontremoli con bei rovesci e una temporanea frescura.
Qualche raffica di vento ha accompagnato gli acquazzoni, a Pontremoli un po’ più intensi tra la Costa e Groppomontone e meno ai limiti nord del capoluogo, come dimostrano i quantitativi raccolti compresi fra 5 e 14 mm circa (10-11 mm in Verdeno).
In questa fase, era in auge un caldo umido, a tratti afoso, tanto che al primo mattino del 24, l’atmosfera calma e serena della notte seguìta alla manifestazione temporalesca determinava condizioni nebbiose fra le 7:30 e le 8.
I nuvoloni sviluppatisi nel pomeriggio ci riprovavano, senza andare oltre qualche colpo di tuono ed una gocciolata.
Giovedì 25, le condizioni di instabilità non erano del tutto sanate e la messa in scena si è ripresentata puntuale nel pomeriggio, più tardi del consueto, con piovaschi tra le 17:45 e le 18:15.
L’indomani, venerdì 26, veniva da scommettere che anche S. Anna, fedele al detto, avrebbe “versato la brocca”: invece le poche nubi ad evoluzione diurna se ne sono rimaste buone ed è stato il primo dei cinque giorni di cielo sereno che sono seguiti fino ad oggi.
Il cielo rimasto quasi sempre sgombro ha favorito le escursioni termiche e il sole ha potuto, incontrastato, “far pompa dei suoi raggi” con punte pomeridiane fino a 36°Ce oltre nel più basso fondovalle (36,4°Ca Gragnola lunedì 29).

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni