Ricordo del poeta e generale pontremolese Cesare Reisoli

Nel 50.mo della morte. Operò per la liberazione di Roma. Studiò storia e cantò poesie in dialetto

Nel 1974 usciva una breve biografia di Cesare Reisoli scritta da Nicola Zucchi Castellini con note di Nicola Michelotti. Gli “Amici del Campanone” a Milano ne avevano fatto richiesta per ricordare un intellettuale della “diaspora” pontremolese. Questo vecchio pontremolese del sasso come si autodefinisce appartiene a un gruppo familiare di generali dell’esercito italiano.
Il cugino Ezio titolare di una via a Pontremoli e il figlio Gustavo ebbero croci al merito e promozione di carriera, un saggio su di loro scrisse Cesare Reisoli (1893-1973), promosso generale a titolo onorifico nel 1969 già collocato in congedo assoluto per età. Laureato con lode in giurisprudenza a Parma e in scienze politiche a Pavia, nell’esercito meritò una lode solenne per aver sfidato la sorveglianza nazifascista aiutando con efficacia le organizzazioni clandestine per liberare Roma.
Fu assiduo cultore di studi classici dagli anni del liceo Vescovile, incisivo il suo senso critico, senza sfoggio di retorica e convenzioni letterarie si dedicò a ricerche di storia militare e civile.
Interessanti gli articoli pubblicati sul Corriere Apuano, fece saggi su La grande guerra sul fronte orientale dal Baltico al mar Nero; La fame nella “grande armata” del 1812; collaborò alla rivista dei Servizi amministrativi militari; a Malgrate il 12 settembre 1971 fece discorso di commemorazione di Antonio da Faje nel quinto centenario della morte di questo originale lunigianese cronista e biografo di se stesso nel ritrovato manoscritto trascritto e pubblicato dall’avvocato Jacopo Bicchierai.
Cesare Reisoli saggista si occupò anche della breve guerra (1527-1530) nel tentativo fallito di ripristinare la repubblica a Firenze contro i Medici; nel centenario della battaglia di Novara del 1849 ricostruì le ragioni della sconfitta dei piemontesi.
Altri saggi importanti parlano di Sforzino Sforza governatore di Pontremoli (1522-1526), il suo palazzo è quello contiguo alla chiesa di S. Nicolò lato nord, dei riflessi del crepuscolo napoleonico, dell’istruzione pubblica a Pontremoli nell’800.
Ma più dei severi studi storici Cesare Reisoli ha affidato ad Aria Zümiana libro di poesie in dialetto, che evocano i giorni dell’infanzia e della giovinezza: i versi sono sentimenti intimi, tensioni spirituali che donavano serenità.
Divertente e bonaria l’intonazione ironica verso i sapientoni che su sudate carte hanno cercato l’etimologia di Pontremoli, ma per il generale Reisoli è da “ponte che trema” non per ragioni storiche ma perché Zumian, la maschera da lui creata, dialogando con Tugnin, nella notte sul ponte antico sente come ballare la terra, ma è lui a ballare ubriaco!! Sorridente l’ironia sull’amato aspro dialetto: di sicuro un forestiero che arriva da noi subito capisce che siamo in Toscana!!
Inurbato a Milano ritorna il ricordo dolce-amaro dei prati e dell’aria dal mé Castel, che a st’ura d’nota / la m’fa sumièr un po’ l’aria d’na vota.

Maria Luisa Simoncelli