
Si è svolto il 26 e 27 ottobre a Caniparola. Inizia ora la Fase Sapienziale del Cammino sinodale. Essere Chiesa aperta nella inquietudine del nostro tempo

Neppure l’allerta meteo ha fermato gli oltre cento iscritti al Convegno Pastorale diocesano “Si avvicinò e camminava con loro” che interroga la Chiesa italiana per il terzo anno del cammino sinodale, dedicato alla fase sapienziale, dopo aver vissuto per due anni la fase dell’ascolto. Il convegno è stato diviso in due giorni, il 26 e il 27 ottobre.
I partecipanti si sono ritrovati nella chiesa di Caniparola: erano presenti laici, diaconi, alcuni consacrati e un gran numero di sacerdoti.
Nel suo saluto il vescovo, mons. Mario Vaccari, ha sottolineato l’importanza di un convegno dove si incontrano le tante realtà che hanno a cuore i cambiamenti che la Chiesa sta affrontando. Un sinodo per camminare insieme con un metodo con cui confrontarsi, ascoltarsi, programmare e ritrovarsi insieme all’insegna dello Spirito Santo attraverso la conversazione spirituale che deve dare un’intonazione all’incontro e di cui tutti risentono.

Di seguito don Maurizio Iandolo, vicario per la pastorale, ha ripercorso i primi due anni di cammino dedicati all’ascolto che “richiede ancora tanta fatica”.
Da qui il titolo della convocazione sinodale che richiama il tema scelto dal vescovo “La missione nello stile di prossimità”. L’evangelista racconta che Gesù si accostò ai discepoli di Emmaus, li ascoltò per tutto il cammino e poi, soltanto a sera, entrò con loro e gli parlò.(Lc 24; 13-53).
Don Iandolo ha poi spiegato come i cristiani devono comportarsi allo stesso modo in cui si comportò il Signore con i discepoli lungo la strada di Emmaus seguendo questi quattro passaggi: continuare a camminare insieme; fare Chiesa, che deve essere sempre accogliente; essere Chiesa aperta, uscire dalle sacrestie, secondo una ormai celebre espressione di papa Francesco; essere Chiesa “inquieta”, nell’inquietudine del nostro tempo, non crogiolarsi in quello che già abbiamo o siamo, spogliarsi del proprio io per arrivare ad un unico noi.

Federico Righetti
È poi intervenuto fratel Federico Righetti, vicario della Provincia S. Antonio dei Frati Minori sul tema “In ascolto dello Spirito: il Vangelo della prossimità negli Atti” (At 8, 26-40) delineando la docilità di Filippo nell’ascolto dello Spirito e il suo impegno personale nella conversione dell’eunuco. Filippo, ellenista, diacono scelto dagli apostoli per servire alla mensa, che probabilmente non ha mai visto il Maestro, si lascia guidare docilmente dallo Spirito e si mette a servizio con la sua iniziativa e si fa prossimo dello straniero etiope.
Ex animatore delle missioni popolari nel nord Italia, fratel Federico ha voluto farci provocare dalla Parola per aiutarci a trovare uno stile di prossimità con cui lavorare nel corso di questa fase sinodale.
La serata è proseguita nei tavoli sinodali divisi tra le cinque costellazioni proposte dai vescovi al popolo di Dio: la missione secondo lo stile di prossimità; i linguaggi, la cultura e la proposta cristiana; la formazione alla fede e alla vita; la sinodalità e la corresponsabilità; il cambiamento delle strutture.
La discussione si è conclusa con il ritorno in assemblea per la preghiera finale.
Venerdì 27 ottobre i lavori sono iniziati la sera e il vescovo Mario ha presentato la sua “Lettera alla comunità” rivolta a laici, consacrati, diaconi e presbiteri in cui ha dato alcune indicazioni per l’anno pastorale appena iniziato.
Ha sollecitato a cogliere l’importanza del cammino di discernimento appena iniziato, ha poi invitato tutti a partecipare ai Gruppi di ascolto della Parola che per suo espresso desiderio, quest’ anno, inizieranno in Avvento per proseguire poi in Quaresima e nel tempo di Pasqua.
Ha spiegato la scelta degli “Atti” il libro che narra i primi anni della formazione della Chiesa e “che ha ancora molte cose da insegnarci in termini di fare comunione e essere in missione”.
Il vescovo ha poi ribadito che la scelta dell’avvio delle Unità Pastorali non è la risposta a situazioni di emergenza quali il calo dei preti, la diminuzione di fedeli o la fatica di tenere attive le strutture parrocchiali, ma è la via per lasciarsi interpellare dal Signore e riscoprire il gusto di essere missionari e annunciatori del Vangelo.
Infine il prof. Mario Bracci, docente di Teologia Trinitaria nella Pontificia Università Urbaniana di Roma ha proposto “Alla sorgente dell’azione evangelizzatrice. (E.G.8) Alcune linee di presenzialità a partire dalle Costituzioni Dogmatiche del Vaticano II”.
Ultimo appuntamento della serata è stato quello con i facilitatori dei tavoli di lavoro che hanno spiegato i punti essenziali e offrire aalcune delle proposte emerse.
Ne è uscita una realtà attenta e propositiva che rifiuta di rimanere inchiodata a vecchie posizioni, di lamentarsi di come “si stava meglio prima” o come “si sta male adesso”, ma guarda avanti affidandosi a Dio e mettendoci la propria volontà e il coraggio delle proprie scelte come fece il diacono Filippo con l’etiope sulla strada per Gaza.
Nel pomeriggio di domenica 29, infine, fra’ Mario ha presieduto la celebrazione della S. Messa a Caniparola con il rito della dedicazione dell’altare.
Silvia Laudanna