![La presenza dei parroci di montagna La presenza dei parroci di montagna](https://www.ilcorriereapuano.it/wp-content/uploads/2023/06/26SanGiovanniVillafranca1.jpg)
In Lunigiana dieci sacerdoti hanno la responsabilità pastorale di 107 parrocchie. E c’è chi ne ha più di venti. Ma il parroco resta punto di riferimento imprescindibile
La Lunigiana è, come noto, una porzione di territorio particolare, divisa tra due regioni: la Lunigiana interna, corrispondente al territorio dell’alta e media valle del fiume Magra, in Toscana; la Lunigiana esterna (bassa valle del Magra) è in Liguria.
L’alta Lunigiana, nella diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, si trova incuneata tra la Liguria e l’Emilia Romagna, separata dalla Toscana dalle Alpi Apuane. Attraversata dalla Via Francigena, da secoli è terra di passaggio, ma essendo situata all’estremo nord della Toscana, nei suoi confronti, anche nei tempi recenti, non ci sono state molte attenzioni sul piano sociale ed economico.
Terra di emigrazione, in Lunigiana anche le poche industrie sono gradualmente scomparse. Inoltre nella sua conformazione amministrativa, con meno di 50.000 abitanti riesce ad ospitare ben 14 comuni, con relativi campanilismi. Si può ben dire che essa fa parte delle cosiddette “aree interne”.
Analizzandola dal punto di vista demografico e guardando alla presenza ecclesiale si scopre che ci sono 10 sacerdoti che hanno la responsabilità pastorale di 107 parrocchie. Tenendo conto che le parrocchie sono divise a loro volta in altre piccole frazioni si capisce che spesso i sacerdoti si trovano ad operare in montagna in minuscole comunità.
Dona subito on line:
inquadra il QR-Code
o vai su unitineldono.it
Le vie di comunicazione sono abbastanza impervie, i servizi, anche minimi, mancano. Le banche, i centri commerciali, le poste, i servizi sanitari sono lontani chilometri. Se si pensa che la popolazione in queste parrocchie costituita in gran parte da anziani e vecchi il quadro è completo.
Di fatto si tratta di minuscole comunità, a volte composte da poche decine di individui, che si sentono abbandonate. Ma queste comunità sono fatte di persone. È in questo contesto che i 10 parroci si trovano ad esercitare il loro ministero pastorale.
Come donare:
– Con carta di credito direttamente sul sito oppure chiamando il numero verde 800 825 000
Tramite bonifico bancario IBAN: IT 33 A 03069 03206 100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero Causale: Erogazioni liberali art. 46 L.222/85
– Conto corrente postale n. 57803009
Lì non si può parlare di pastorale giovanile, spesso sono anni che non vi si celebra un battesimo, come è estremamente difficile parlare di pastorale famigliare o di attività di aggregazione date le difficoltà oggettive delle persone e l’assenza di servizi di trasporto. Il parroco diventa tuttavia sempre il punto di riferimento per le comunità e le persone.
Si tratta di conservare le liturgie domenicali essenziali, la celebrazione delle feste la presenza con le famiglie e i malati. Diventa fondamentale la relazione, anche se molto difficile da attuare proprio per la vastità dell’impegno pastorale su ampi territori.
È una pastorale che si misura col contachilometri. Spesso questi sacerdoti, che hanno in carico dalle 8 alle 21 parrocchie, hanno l’impressione di girare a vuoto con la difficoltà a stabilire relazioni significative con le singole persone.
Tuttavia la loro presenza, muovendosi da una frazione all’altra, è ancora un punto di riferimento per quelle comunità, il segno che nel deserto della solitudine in cui si trovano c’è ancora una Chiesa che non li dimentica, che ha cura di loro per quanto è possibile, che li sostiene nella loro fatica quotidiana.
Quasi mai c’è la gratificazione di gruppi giovanili, del catechismo, di riunioni con gli adulti o con le famiglie, ma c’è sempre il lavoro oscuro dell’assistenza ai malati e ai vecchi, del conforto della fede accanto alle famiglie nei momenti di dolore.
Nell’azione pastorale ordinaria, nella celebrazione delle liturgie domenicali sono coadiuvati da diaconi disponibili e da laici generosi nella cura delle chiese. Resta tuttavia importante, fondamentale, la presenza del sacerdote.
Non si tratta di fare una classifica di chi percorre più o meno chilometri nell’esercizio del ministero. È importante che questi testimoni silenziosi e umili siano presenti nelle situazioni più disagiate per gridare che anche lì l’amore del Signore è presente, che non si è dimenticato delle “aree interne”.
La gente sa che può contare su di loro.
(G.B.)