La sua vulnerabilità sismica fra passato e futuro. Una conferenza nell’ambito del ciclo di eventi culturali organizzati per ricordare gli 875 anni dalla Bolla di papa Eugenio III
La conferenza di venerdì 25 agosto alla Pieve di San Lorenzo nel calendario degli eventi culturali per gli 875 della Bolla di papa Eugenio III, tenuta da Nicola Zani, Barbara Pintucchi e Martina Colapietro è stata preceduta da una premessa di Aldo Frediani, già professore all’Università di Pisa.
Nel suo intervento ha introdotto i temi dello stato della struttura del campanile, gli autori dello studio oggetto della conferenza, nonché alcuni cenni sui metodi numerico-matematici utilizzati e, in particolare sullo sviluppo del codice impiegato.
Il campanile della Pieve è costituito da un torrione di base sul quale si alza la parte ottagonale per circa 12 metri. La struttura è costituita da muratura in pietrame che, a causa dei terremoti, presenta evidenti fessurazioni che sembrano rendere necessario un intervento di salvaguardia e messa in sicurezza.
Nel caso delle murature le difficoltà derivano infatti dalla modellazione matematica di un materiale che dipende da caso a caso, per cui sono necessarie attività sperimentali per qualificare le caratteristiche medie delle murature in esame. Frediani oltre ai relatori ha presentato anche don Luca Franceschini, nato proprio a Pieve san Lorenzo e attuale Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto della CEI.
La prof.ssa Pintucchi ha definito alcuni concetti basilari di Dinamica delle Strutture, con le correlazioni fra massa e rigidezza delle stesse e definendo termini come “modi” e “frequenze proprie” di un sistema elastico.
All’arch. Martina Colapietro il compito di illustrare i risultati della ricerca condotta dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICEA) dell’Università di Firenze.
Il campanile della Pieve di San Lorenzo è stato modellato con il metodo degli Elementi Finiti del codice NATY; con le caratteristiche delle murature tipiche del manufatto in esame; sono state determinate le tensioni interne e le deformazioni strutturali nonché modi e frequenze proprie.
Successivamente, è stata condotta una attività sperimentale con il posizionamento di una serie di accelerometri sul campanile con i quali, attraverso una opportuna analisi dei segnali, sono stati determinati i modi e le relative frequenze proprie della “struttura reale”. Il confronto fra risultati numerici e sperimentali ha permesso di mettere a punto il modello matematico fondato, appunto, sui dati effettivi del campanile.
Su questo modello “calibrato” sono state simulate azioni sismiche del terremoto del 2013, di cui è noto lo spettro rilevato alla stazione di Fivizzano, e sono state determinate le tensioni e le deformazioni.
Le analisi hanno confermato che nel campanile sono intervenute tensioni di trazione verso le quali le murature hanno una bassa resistenza e, quindi, è stata spiegata la presenza di fessurazioni verticali nel paramento murario.
Le analisi mostrano che, dal punto di vista statico, il campanile non presenta problemi di sicurezza mentre da quello dinamico con terremoti anche della intensità 5,3 come nel caso del 2013, sembra opportuno intervenire per ridurre il rischio di danneggiamenti.
Alla fine della conferenza si è aperta una discussione interessante durante la quale don Luca ha allagato lo sguardo al contesto nazionale, ricordando che in Italia la sua Direzione ha in carico oltre 66.500 edifici.
Lo stesso ha poi elogiato le persone di Pieve per il loro amore verso il complesso chiesa-campanile e ha citato altri esempi virtuosi in cui comunità parrocchiali si sono fatte carico di pagare le rate di mutui per la conservazione delle loro chiese, tramandando ai posteri un patrimonio di civiltà.
(A. Fre.)