Per la Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane è “un affronto alla dignità umana”
La “Bibby Stockholm”, una chiatta enorme di metallo, destinata ad ospitare fino a 500 richiedenti asilo, ma attrezzata soltanto per circa 200, ha ormeggiato, in questi giorni, a Portland, sulla costa sud del Regno Unito.
Nelle stesse ore il governo britannico dava il via definitivo alla controversa legislazione sull’immigrazione che prevede la deportazione in Rwanda per chi arriva illegalmente su piccole imbarcazioni.
A protestare contro la chiatta e contro l’approvazione della nuova legislazione sono state la Chiesa cattolica, la Chiesa d’ Inghilterra e i più importanti enti di assistenza cristiani quali “Cafod”, la charity per gli aiuti al Terzo mondo della Conferenza episcopale cattolica inglese, il Servizio per i Rifugiati dei Gesuiti di Londra, la Chiesa Metodista e i Quaccheri.
“Siamo profondamente preoccupati del fatto che l’Illegal Migration Bill diventerà legge, ha dichiarato il vescovo Terence Drainey, presidente di Caritas Social Action Network, l’organizzazione che raccoglie le più importanti ong di Inghilterra e Galles, perché mancano adeguate protezioni contro il traffico umano e limiti alla detenzione dei minori. Si tratta di una legge crudele e disumana, ha rincarato, che è un affronto alla dignità umana e una violazione delle nostre responsabilità verso il bene comune”.
“Ci sono stati tre momenti, nella nostra storia, ha ricordato il professor Francis Davies, docente all’università di Oxford e alla Saint Mary’s University, nei quali siamo ricorsi alle chiatte come prigioni: durante le guerre napoleoniche, nel conflitto nord-irlandese e quando le nostre carceri sono state piene e non in grado di ospitare altri carcerati. In tutti questi casi, il nostro Paese si trovava alla disperazione e le condizioni offerte ai carcerati non erano rispettose della loro dignità. Non è giusto che i richiedenti asilo, in attesa di giudizio, vengano trattati come terroristi o criminali” e siano costretti a vivere in camere troppo piccole e con servizi igienici scarsi.
Nel 2022, l’allora premier britannico Boris Johnson aveva sostenuto l’approvazione dell’Illegal Migration Bill, che prevede che il Rwanda accolga migliaia di richiedenti asilo in cambio di 120 milioni di sterline (circa 140 milioni di euro).
Fino ad oggi la legge non è mai stata applicata perché, ad ogni minaccia trasferimento, un ricorso ai giudici interrompeva il processo. La scorsa settimana, però, il governo è stato autorizzato a ricorrere alla Corte Suprema contro l’ultima sentenza della Corte d’Appello della fine di giugno secondo la quale l’Illegal Migration Bill violava la legislazione sui richiedenti asilo.
La legge è stata condannata più volte, l’ultima durante il dibattito alla Camera dei Lord, anche dal Primate anglicano Justin Welby, leader teologico della “Chiesa d’Inghilterra”.
S.G. – Agensir