Giovani e internet: ci sta sfuggendo qualcosa?

Alcune settimane fa a Milano, in piazza Duomo, diversi cantanti rap si sono esibiti in un concerto. C’era la diretta tv e migliaia di giovani cantavano ogni parola e muovevano all’unisono le braccia, seguendo i gesti dell’artista di turno.
Questa musica prende molto i ragazzi, è un parlato che viene usato quasi come sfogo. Sono canzoni ribelli o forse delineano proprio un modo diverso di vivere.
Ma di cosa parlano questi brani? Forse sarà un caso, ma già la prima canzone in scaletta parlava di soldi, droghe, violenza, giudicava male una donna…. I ragazzi cosa percepiscono di tutto questo? Diventa uno stile di vita?
Non è che imparano un modo di fare che li porta ad essere, a loro volta, violenti e quindi, talvolta, a creare quelli che diventano fatti di cronaca, anche omicidi?
Più di recente, sulla prima pagina di un giornale si racconta di una mamma di Firenze che, sul cellulare del figlio minorenne, scopre una chat – per chi non è pratico di social, uno scambio di messaggi in un gruppo di amici tramite computer o telefonino – che riguarda una festa di capodanno e vi legge che in quella festa hanno portato droghe, alcol, si è fatto sesso con ragazzine, anzi, vede un video esplicito e chiama la polizia postale, senza paura del fatto che il figlio fosse coinvolto.
Come dice il titolo: ci sta sfuggendo qualcosa? Nel segreto dei cellulari, nel mondo di internet, i nostri giovani sono influenzati, educati (diseducati), spinti a fare cose negative e non ce ne rendiamo conto?
Lo chiediamo ad alcuni amici genitori e le loro risposte si dividono, grossomodo, in tre gruppi. Intanto, non tutti dichiarano che i figli sono appassionati del cellulare, ma questo si riferisce soprattutto a ragazzini fino agli 11 anni.
Quando l’età si alza, le cose spesso cambiano. In ogni caso, ci sono genitori severissimi che non concedono il cellulare, né internet ai figli fino almeno ai 12 anni; ne limitano molto l’uso anche fino a 14 e poi continuano a monitorare la situazione.
Impediscono loro anche di usare apparecchi tecnologici per lungo tempo, durante il giorno, qualunque sia il motivo.
C’è poi chi dice che cerca di educare ad un uso moderato e intelligente di internet, controllando molto, anche se talvolta concede precocemente il cellulare con i servizi più recenti.
C’è, infine, chi non ce la fa a controllare troppo; fa capire che cerca di educare i figli nel modo migliore possibile, ma internet è troppo attrattivo per porre troppi limiti e si lascia convincere che “il cellulare ce l’hanno tutti” e quindi non c’è niente di cui preoccuparsi.
Spesso sono anche persone che lavorano tutto il giorno e non riescono a controllare ogni cosa; forse sono anche un po’ all’oscuro di tanti pericoli che la “rete” nasconde.
Varrebbe la pena di approfondire l’argomento, sentendo anche alcuni giovani per capire se la tecnologia aiuta i genitori a controllare, anche a distanza, l’uso che di internet fanno i loro figli. State “sintonizzati” sul nostro giornale!

Stefano Bonvini