Quando fosco e quando limpido, comunque caldo

Le note di questa settimana si estendono dal giorno precedente il solstizio estivo al 26 giugno: è già alle spalle la prima, breve ondata di caldo e si sta vivendo la seconda, altrettanto non duratura. Fra le due, una rinfrescata lampo, quasi ovunque asciutta, avvenuta tra venerdì e sabato scorsi.
A scorrere i dati termometrici, non è affatto evidente un simile andamento: sembra, piuttosto, che tutto sia rimasto com’era. La differenza, invece, risiede nel tasso di umidità relativa, che è cambiato da un giorno all’altro più volte ora portando condizioni ottimali ora un po’ meno gradevoli.
Le polveri di provenienza sahariana, presenti in quota e trasportate sui cieli europei, hanno conferito opacità all’orizzonte: in tali giornate, non pochi hanno confuso completamente l’aerosol atmosferico con la foschia, mentre quest’ultima si associa sempre all’aria umida; l’aspetto opalescente della volta celeste, già notato martedì 20, e poi intensificatosi nei giorni 21 e 22, non aveva nulla a che fare con l’umidità, che anzi si manteneva piuttosto bassa, bensì solo con il fenomeno descritto, che si è esteso su migliaia di km².
Venerdì 23, al contrario, le correnti da SW hanno avvettato aria marina, più umida e meno calda, ma con l’ovvio contrappasso del rialzo delle temperature minime notturne. L’instabilità si è rinfocolata e, in maniera del tutto imprevedibile quanto a distribuzione, ha dato origine a qualche manifestazione temporalesca pomeridiana.
Per la maggior parte delle nostre valli, si è trattato di un veloce oscuramento del cielo, di un paio di tuoni e di una gocciolata. Al mattino del 24, poi, è giunto il vento di tramontana e l’orizzonte, con gradualità, è stato ‘purgato’ dalla residua foschia ancora presente nelle ore antimeridiane.
Si è avviata, pertanto, una serie di giornate in prevalenza serene e assolate come non si vedevano da tempo. Domenica 25, stante la forte radiazione solare e il cielo azzurro, i termometri si sono comodamente innalzati oltre i 30°C nelle ore pomeridiane, cosa avvenuta puntualmente anche lunedì 26.
Nonostante lo spirare del flusso aereo settentrionale, seguito da notti stellate e calme, le temperature minime non sono scese più di tanto, fatto questo abbastanza sorprendente.
Quando mancano ormai pochi giorni al termine del primo atto del trimestre estivo, facendo un resoconto parziale delle misure termometriche, ci si accorge che nonostante la nuvolosità elevata, le frequenti precipitazioni, l’instabilità che ha regnato per l’intera prima metà del mese e che andrà a chiuderlo, la temperatura media si appresta a superare la norma in modo significativo.
Poiché il riferimento per tali confronti è ormai quello del trentennio 1991-2020, che comprende già molti mesi di giugno caldi dal 2000 in poi, non si può tacere che lo scarto da norma ipotizzabile desta un minimo di stupore persino in chi scrive queste note. Il confronto che si volesse operare con i canoni termici di giugno del trentennio precedente, il 1961-90, susciterebbe sorpresa ancora maggiore.
È un dato incontrovertibile che il riscaldamento in atto abbia assunto una accelerazione senza precedenti in epoca storica, lo si nota lungo tutto l’anno e in qualche mese più che in altri: fra questi, rientra anche il mese di giugno.

A cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni