Calpestata la libertà religiosa

Gravi violazioni in 61 Paesi dove vivono quasi 5 miliardi di persone. Aumenta il controllo sociale

La chiesa cattolica data alle fiamme nel villaggio di Chan Thar (foto Sir)

Del contesto di un clima globale teso, la libertà religiosa è stata violata in Paesi in cui vivono, in totale, più di 4,9 miliardi di persone. In 61 Paesi sono state riscontrate gravi violazioni della libertà religiosa nei confronti dei cittadini.
È quanto emerge dal XVI Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), presentato a Roma. Il Rapporto, pubblicato ogni due anni dal 1999, è un’analisi globale (196 Paesi) che valuta lo stato di questo diritto fondamentale per i fedeli di tutte le tradizioni religiose.
Le prevaricazioni, secondo il Rapporto, sono realizzate attraverso attacchi terroristici, sorveglianza di massa, leggi anti-conversione, restrizioni finanziarie, manipolazioni elettorali, attacchi al patrimonio culturale, manipolazioni dei registri della popolazione. Violazione della libertà religiosa sono registrate anche nelle nazioni non classificate, spiega il Rapporto, in un clima di crescente impunità.
I Paesi vengono suddivisi in tre fasce: Rossa, Arancione e Sotto osservazione. Per la Rossa (28 Paesi) si parla di vera e propria ‘persecuzione’. Tredici di questi si trovano in Africa, dove in molte regioni la situazione è drasticamente peggiorata. Nell’Arancione (33 Paesi) vi è un clima di discriminazione.
Infine, i Paesi ‘Sotto osservazione’, registrano episodi di intolleranza, discriminazione e talvolta anche persecuzione che possono potenzialmente causare un calo significativo della libertà religiosa. Acs denuncia che “a livello globale, il mantenimento e il consolidamento del potere nelle mani di autocrati e leader di gruppi fondamentalisti hanno portato a un aumento delle violazioni di tutti i diritti umani, inclusa la libertà religiosa.
Una combinazione di attacchi terroristici, distruzione del patrimonio e dei simboli religiosi (Turchia, Siria), manipolazione del sistema elettorale (Nigeria, Iraq), sistemi di sorveglianza di massa (Cina), proliferazione di leggi anti-conversione e restrizioni finanziarie (Sud-Est asiatico e Medio Oriente) ha intensificato l’oppressione di tutte le comunità religiose”. Esistono anche casi “ibridi” di persecuzione “educata” e al tempo stesso feroce che sono diventati più frequenti. Nella maggior parte dei casi, si legge nel Rapporto, i governi hanno applicato leggi controverse che limitavano la libertà religiosa o discriminavano alcune comunità religiose, senza che vi fosse alcuna protesta.
Nel Rapporto ci sono anche voci positive: dopo tre anni di sospensioni e restrizioni nella maggior parte delle aree del mondo, il rispristino delle principali celebrazioni ha attirato milioni di fedeli. In modo analogo, sono aumentate le iniziative a favore del dialogo interreligioso.