Una nuova “agenda strategica” per il futuro dell’Ue. È quanto sembra auspicare Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, nella lettera ai 27 capi di Stato e di governo dell’Unione, che si riuniranno il 29 e 30 giugno a Bruxelles. Nella agenda ufficiale del vertice figurano, ad oggi, la guerra in Ucraina, sicurezza e difesa, situazione economica, migrazioni e politica estera.
Nella Agenda strategica 2019-2024, il Consiglio europeo aveva fissato – ricorda Michel – quattro priorità: proteggere i cittadini e le libertà; sviluppare una base economica forte e vivace; costruire un’Europa climaticamente neutra, verde, equa e sociale; promuovere gli interessi e i valori europei sulla scena mondiale”.
Tanto è stato fatto, ma le crisi – economica, sanitaria, militare – hanno fatto saltare ogni previsione.
Tra i risultati positivi: “siamo stati il primo continente a definire il nostro obiettivo di neutralità climatica entro il 2050”; “abbiamo raccolto la sfida del Covid, proteggendo i cittadini”; “abbiamo adottato un ambizioso piano di ripresa che ha rafforzato la fiducia e consolidato le nostre economie rendendole più resilienti”.
Alla luce della guerra della Russia contro l’Ucraina, “abbiamo dimostrato la nostra unità e la nostra incrollabile determinazione. A Versailles, nel marzo 2022, abbiamo definito i pilastri della nostra sovranità europea”. Dopo aver esaltato “i nostri valori europei”, che “sono un faro per tutti coloro che amano la giustizia e la libertà”, tuttavia, Michel arriva a riconoscere che “le sfide che l’Unione europea deve affrontare, sia economiche che geopolitiche, sono notevoli”.
Tutto ciò pone una domanda di fondo: “che tipo di potere vogliamo rappresentare a lungo termine, con potenzialmente più di trenta Stati membri? Per difendere le nostre democrazie e i nostri valori, per garantire pace e prosperità durature a beneficio dei nostri cittadini, l’Unione europea deve essere dotata di orientamenti e priorità politiche generali”.
Ecco, allora la proposta di linee di fondo suddivise in quattro grandi aree: consolidare le scelte legate a transizione verde e digitale, competitività, innovazione, salute; affrontare la sfida energetica; rafforzare le capacità di sicurezza e difesa; approfondire il nostro impegno con il resto del mondo.
Una quinta linea, non trascurabile, riguarda la necessità di un approccio globale in materia di migrazione. Dal punto di vista politico, guardando alle elezioni europee 2024, Michel espone il timore che dalle urne possa uscire un Parlamento che viri verso il nazionalismo e la progressiva chiusura dell’Ue: la temuta “fortezza Europa”.
Da qui l’invito a capi di Stato e di governo a tenere presenti due questioni principali. I valori fondamentali, posti sotto attacco dalla profonda trasformazione tecnologica, in cui l’intelligenza artificiale svolgerà un ruolo sempre più importante. L’allargamento dell’Ue considerato alla luce della nostra capacità di assorbimento.
In tal senso, una profonda analisi dovrà essere dedicata alla revisione dei metodi decisionali.
G.B. – Agensir